021 - MONDO ARABO ISLAM E OCCIDENTE I NODI INVISIBILI DEL DIALOGO

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Definizione di alcuni termini che troviamo soventi nei media. Islam: indica sottomissione totale alla volontà di Allah, Essere supremo, (Akbar, senza associati), e accettazione dei suoi
decreti intesi come shariah. Alcune scuole islamiche negano che il Dio inteso dai cristiani, Trinità, sia lo stesso di Allah, adorato dai musulmani. Corano: Qura’an è la parola di Allah tra- smessa dal profeta Muhammad, Maometto. Sunna: è la raccolta di ciò che Maometto ha detto, fatto o accettato; il suo esempio di vita. Shariah: è la totalità degli ordinamenti estratti dal Corano e dalla Sunna e da ogni altra legge dedotta da queste due fonti dai giuristi tra il VII e il IX secolo d.c., dopodiché si è cristallizzata. Madrassa o mada’ress: sono luoghi di insegnamento coranico annessi alle mo- schee; spesso vi si continua ad insegnare una “religione tradizionalista” che concepi- sce il modo di vivere occidentale (sovente assimilato a cristiano) come contrario all’I- slam e dunque ripropone un “occidente da islamizzare”.

Le conseguenze sul comportamento di milioni di persone, sono intuibili. Occidente e islam Sarebbe errato contrapporre l’occidente che è un’entità geografica-politica con l’islam che è una religione; è più opportuno parlare delle differenze tra le leggi (tralasciando gli usi e costumi) dell’ Occidente e quelle degli stati islamici. Sarebbe utile per
tutti quanti illustrare le differenze sostanzia- li che esistono tra la legge italiana e quella dei paesi dell’islam. E risaputo che la sharia applicata nei rapporti interpersonali discrimina i non musulmani. Gli ambasciatori dei paesi della lega araba rappresentano paesi, ad eccezione dal Libano, che hanno tutti come fonte della loro costituzione, la legge religiosa islamica, sharia.
La legge islamica Oggi nel 2002, Tutti gli stati arabi, ad eccezione del Libano, hanno la sharia come unica fonte del loro ordinamento giuridico. Questa legge religiosa islamica condiziona
la vita del paese, delle famiglie, delle per- sone, impernia i paesi islamici, l’immigrato arabo musulmano e i centri islamici in Italia dove si aggregano. Secondo il corano i gli uomini si dividono in
tre categorie:
• I musulmani,
• la gente del libro, ossia gli ebrei e i cristiani,
• e nel terzo gruppo ci sono gli altri.
Nei paesi arabi, per alcuni aspetti, la situa- zione giuridica dei non musulmani non è uguale ai loro concittadini musulmani. Infatti, Le leggi che riguardano lo statuto personale regolano la vita sociale tra gli individui, sono diversi rispetto alle norme vigenti in Europa e in Italia. Citerò alcuni nodi critici di queste differenze, in quanto potrebbero farci capire le diversità di reazione e di atteggiamento del immigrato arabo musulmano, nuovo arrivato. Della sharia, la maggior parte dei paesi arabi applicano soltanto la parte riguardante la famiglia, la donna e le successioni. Arabia
saudita e Sudan fanno eccezione in quanto la applicano integralmente in tutti i campi. Afghanistan e Iran sono paesi musulmani ma non sono considerati paesi arabi.

Invasione pacifica dei più poveri Lo sviluppo demografico dei paesi più poveri non è accompagnato da una crescita economica similare ed espone la popolazione occidentale cristiana, più ricca e più’ anziana, ad un invasione “pacifica” da parte di popoli molto lontani culturalmente con usi, costumi e tradizioni diversi. Cresciuti in paesi che non separano la religione dall’ordinamento dello stato, non è consentito che la libertà di scelta religiosa rimanga un fatto personale. Solo per citare alcune estreme divaricazioni tra ricchi e poveri per spiegare lo spostamento delle popolazioni:
. 80 % delle riserve di energia si trovano nei
paesi islamici ,arabi e non arabi)
.Il Pil o ricchezza prodotta dai paesi ara- bi tot. 200milioni abitanti, equivale a1/4 di
quella dell’Italia. 15 milioni di italiani produ- cono quanto 200milioni di arabi! World dev.
Report 99/2000.
Nel Sudan un milione di morti. In Algeria non se ne contano. Prendiamo atto che l’andamento dell’immi- grazione sarà in costante aumento fintanto che non ci sarà uno sviluppo culturale ed
economico nei paesi con popolazioni più po- veri, e che i governi dei paesi più ricchi non avranno attuato una politica di programma- zione a lungo termine di aiuto economico e culturale mirato alle risorse umane. I Nodi critici per comprendere i musulmani in Europa “Il rapporto fra islam e cristianesimo nel Medio Oriente, indica alcuni nodi critici relativi alla questione delle minoranze culturali e religiose, nodi di grande importanza anche per comprendere e gestire la presenza dei musulmani nei paesi europei”. (Fondazione Agnelli) Il concetto di tolleranza nell’islam delle origini
era molto simile a quello cristiano dello stesso periodo. Non avendo subito il diritto islamico nessun tipo di evoluzione, anche il concetto di tolleranza religiosa all’interno dell’ordinamento musulmano è fermo a secoli fa. Per comprendere la diversa reazione e l’atteggiamento dei migranti in Europa, è sufficiente citare i punti di contrasto più eclatanti in relazione alla cultura occidentale, ovvero: libera scelta di appartenenza religiosa, l’uguaglianza tra i cittadini davanti alla legge, i diritti delle donne. Libertà: Restrizioni alla Libertà religiosa Citerò alcuni nodi critici di queste differenze, (caso tipico dell’Egitto dove i cristiani rappresentano 10-12% della popolazione), poiché potrebbero farci capire le diversità di reazione e d’atteggiamento del nuovo
immigrato; solo alcuni esempi di discrimi- nazione verso i cristiani persistenti nel 2002 in base alla sharia e all’ordinamento giuridi- co relativo alla Statuto Personale
• Scelta religiosa: se un musulmano sce- glie di cambiare religione, perde tutti i suoi
diritti; l’apostata e il blasfemo sono punibili
con la morte civile e persino fisica.
• Luoghi di culto: divieto di edificazione di
templi e chiese e delle loro riparazioni, se
non dopo aver adempito a 10 condizio- ni di difficile attuabilità. Un permesso del
Presidente della Repubblica è necessario.
(Sino al 2014)
• Il culto religioso deve rimanere discreto:
diritti e doveri dei cittadini non musulma- ni, sono codificati dalla legge sullo statuto
personale.
• Annunciare il vangelo, fare pubblicità per
una religione oltre a quella musulmana, è
considerato un crimine contro la sicurezza della stato.
• Matrimonio: proibizione a donna musulmana di sposare un non musulmano.
• Famiglia : i figli nati da un matrimonio tra
un musulmano e una cristiana, sono au- tomaticamente musulmani; proibito edu- carli nella religione della madre.
• Eredità: Un cristiano non può ereditare da un musulmano. La moglie cristiana non può ereditare dal suo congiunto deceduto. Pressione sociale e politica: Esempi di Mestieri non accessibili ai non musulmani:
• proibizione ai non musulmani d’insegnare
la lingua e letteratura arabe, e di laurearsi in ginecologia.
• Proibizione della libertà di interpretazione
della sharia
• Impossibilità di accedere alle alte cariche
dello stato, salvo rarissime eccezioni.
• l’accesso agli incarichi pubblici, è reso
estremamente difficoltoso.
• la presentazione di programmi televisivi cristiani era proibito sino all’arrivo della presidenza el Sissi (2014)mentre le tra- smissioni di propaganda islamica erano numerose e critiche verso i cristiani deri- dendo le loro credenze.
La donna: disparità tra uomo e donna: I diritti civili della donna sono dimezzati ri- spetto all’uomo nella legge sullo statuto personale, alcuni esempi generali, salvo rarissime eccezioni:
• eredità: può ereditare soltanto la metà
della parte dell’uomo.
• Ripudio: una donna può essere ripudiata
senza preavviso
• poligamia: sino a quattro mogli; il consen- so delle altre mogli non è indispensabile.
• sceltà dello sposo: a la donna musulmana
non è permesso di sposare un non musulmano.
• libertà di movimenti: il permesso del marito è indispensabile per ottenere il passaporto ed espatriare
• proibizione di esercitare il mestiere del
magistrato in quanto la donna è conside- rata minorata rispetto all’uomo e non può
giudicarlo.
Come aiutare i cristiani in terra islamica
• diritti umani: incoraggiare i musulmani
che lottano contro l’estremismo e per l’uguaglianza tra i cittadini.
• Appoggiare finanziariamente le istituzioni, cristiane e non, che promuovono i valori umani
• Incoraggiare lo scambio di studenti e insegnanti
• Non perdere l’occasione di chiedere la
reciprocità di trattamento; subordinare
gli aiuti economici a l’eliminazione delle
discriminazioni
• Scoprire la cristianità araba e orientale
tramite il turismo e scambi culturali
• Unità di azione delle Chiese cristiane nella
fede comune in Cristo
I musulmani possono convivere in Europa?
Per avere una risposta è necessario chie- dere agli Imam (coloro che guidano la preghiera nelle moschee), specialmente quelli non nati in Italia, di manifestare con chiarezza la disponibilità all’integrazione e la lealtà alla società in cui si vive, altrimen- ti si permane in una pericolosa ambiguità. Su questo punto è auspicabile un dialogo serio e costruttivo per prendere coscienza
dei problemi che l’immigrazione musulma- na pone. Il dialogo dovrà riguardare l’inte- grazione dei musulmani nel tessuto delle società europee, cosi radicalmente diverse dall’islam per mentalità, costumi e valori, e la possibilità di una convivenza civile e serena tra italiani e musulmani. Tanto più che dietro l’immigrazione islamica ci sono spesso Stati Islamici che intendono servirsene
per interessi politico-religiosi. I Fratelli musulmani, molto ramificati nelle mada’ress, puntano all’instaurazione di uno stato fondato sul corano e la sharia, mentre in Europa, cer- cano di ottenere il riconoscimento di uno statuto giuridico su base confessionale a fa- vore della comunità islamica con eccezioni per ravvicinarsi il più possibile alla sharia. La mentalità anti-occidentale è molto diffusa tra i musulmani e continua ad essere coltivata incolpando gli Stati Uniti (occidente, mondo cristiano) della loro arretratezza economica e tecnologica e dell’appoggio dato alla costituzione dello stato d’Israele. Dialogo interreligioso-convivere insieme: Come si posiziona il dialogo propinato dal papa? Secondo il parere di un responsabile Caritas, gesuita arabo in prima linea sul
dialogo interreligioso nei paesi islamici, è che si deve partire dall’azione sociale e dalla testimonianza , la promozione dei valori umani è la sola base per creare una società multietnica e plu-religiosa. Irradiare l’amore di Cristo attraverso la testimonianza della vita, della solidarietà e dell’accoglienza. In questo itinerario, “la donna assume un ruo- lo di primo piano insieme alla formazione umana per riflettere insieme, musulmani e cristiani, su una carta etica comune per cambiare i pregiudizi reciproci” . La sfida del futuro per la chiesa e l’islam sarà so- prattutto culturale. Quel che ha fatto dichia- rare un imam in Francia: preferisco essere musulmano in Europa e non in un paese musulmano, in quanto la mia religione non è oggetto di manipolazio- ne politica o di pressione sociale. Dobbia- mo lavorare affinché i musulmani possano “chiarire e cogliere il significato e il valore della distinzione tra religione e società, fede e civiltà, islam politico e fede musulmana, e dimostrare che è possibile convivere con le esigenze della vita religiosa personale e comunitaria”. Una società dove il pluralismo religioso è rispettato e dove prevale un clima di rispetto reciproco, di accoglienza e di dialogo. I cristiani in Europa, che godono della libertà religiosa, potrebbero avere un’influenza positiva sui musulmani, rendendoli consa- pevoli della discriminazione nei Paesi arabi nei confronti dei cristiani. Conoscere questa libertà è un’opportunità per i musulmani stessi di scoprire gli aspetti spirituali della loro religione lontano da qualsiasi altra pressione sociale. I cristiani dovrebbero testimoniare il vero cristianesimo in quanto i musulmani lo conoscono solo attraverso il Corano e ciò che i centri musulmani dicono a riguardo.
Che cos’è l’Islam “Il male va respinto con un bene più grande. respingi il male con un bene più grande, e chi ti era nemico diventerà intimo amico. (41, v.34 del corano) I cristiani sono i più
cordiali amici dei credenti, i più vicini ai musulmani” Anche questo è Islam Non ce dubbio che l’islam è una via per spiritualizzare l’uomo come ogn’uno di noi può constatare dalla frequentazione del musulmano. Per noi cristiani, l’islam ha una sua gran- dezza che merita di essere conosciuta per se stessa, senza il confronto con il cristia- nesimo con il quale, dobbiamo ammetterlo,
esistono anche dei nodi critici, non superati e che sono stati evidenziati. Al di là delle incomprensioni e dei pregiu- dizi, ogni credente è chiamato a coltivare i valori essenziali dell’altro e ad avventurarsi sul sentiero dell’arricchimento reciproco, con il rispetto reciproco. Conoscere l’Islam e far conoscere il Vangelo: “Dobbiamo adoperarci affinché i musulma- ni riescano a chiarire e a cogliere il significato e il valore della distinzione tra religione e società, fede e civiltà, islam politico e fede musulmana, mostrando che si possano vivere le esigenze di una religiosità personale
e comunitaria in una società democratica e laica dove il pluralismo religioso viene rispettato e dove si stabilisce un clima di mutuo rispetto, di accoglienza e di dialogo”. (Card. Martini- Noi e l’Islam”) In Occidente la gente sa poco dell’Islam, le poche trasmissioni televisive ne danno una visione piuttosto folcloristica o un’immagine  di una religione basata sul terrorismo. Per
colmare questa lacuna, la diocesi di Milano ha approvato la pubblicazione di un libro per le scuole cristiane: L’Islam, storia, fede, cultura. È attraverso la conoscenza reciproca e la testimonianza personale che è in gioco il destino dell’incontro tra le due sponde del Mediterraneo. Cristiani, musulmani ed ebrei esploreranno le nuove frontiere del dialogo per la fraternità nel XXI secolo. Tuttavia, dobbiamo essere consapevoli che i musulmani ricevono nelle scuole dei Paesi arabi e anche nei loro centri in Occidente un insegnamento distorto sul cristianesimo, e ne conservano
una visione negativa o falsa. La nostra speranza è che alla fine si apra un velo di verità su questi aspetti e che i tempi siano maturi perché un’autorità islamica insegni il cristia- nesimo secondo la dottrina cristiana. È dun- que dovere di ogni cristiano non nascondersi nella falsa modestia, ma piuttosto professare apertamente la propria fede ai musulmani. Non avendo mai avuto l’opportunità di sco- prire la nostra religione se non attraverso un insegnamento distorto, i musulmani potran- no finalmente apprezzare il vero valore della libertà religiosa in Occidente e rendersi con- to della discriminazione esistente nei Paesi arabi nei confronti dei cittadini cristiani. E’ auspicabile che la generazione di musul- mani immigrati in Occidente possa diven- tare leva per cambiare le leggi ingiuste,mi- gliorare la situazione delle donne e la libertà religiosa nei Paesi islamici. Un sogno! Al di là dell’incomprensione e del pregiudizio, ogni credente è chiamato a coltivare un valore essenziale dell’altro, ad avventurarsi sulla via del rispetto reciproco e quella differenza diventa finalmente uno strumento di arricchimento reciproco. 2019 febbraio L’incontro avvenuto a Abu Dhabi nel feb- braio 2019 tra il Grande imam di Al Azhar e Papa Francesco con la firma del documento “fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” è una pietra miliare per un cambio di direzione. L’augurio è che il cambio di atteggiamento avvenga sino alle più profonde periferie da ambedue le parti.

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