CORSERA – 29/1/2007
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Velo: “Mettilo o t’ammazzo!”
Vorrei commentare un fatto di cronaca che si ripete con drammi umani per le famiglie coinvolte. “metti il velo o t’ammazzo”.
Quante volte queste minacce capitano dentro le mura di casa, quelle sollevati da i giornali sono soltanto la punta dell’iceberg e coinvolgono immigrati per lo più arabi musulmani. Per di più alcuni centri di aggregazione degli immigrati incitano in nome della religione per introdurre in Italia usi e costumi medievali ancora sussistenti negli angoli più remoti del paese di origine.
In certi ambienti del mondo arabo la donna vive in uno stato d’inferiorità senza possibilità di ribellarsi causa la pressione sociale e religiosa. Qui in Italia a contatto con una realtà cosi diversa la famiglia rimane disorientata e l’uomo tende ad affermare con la forza il suo predominio sulla donna e sulla figlia lasciando ai maschi la loro libertà. Nei rari casi pubblicizzati, la donna, vittima dei soprusi, è doppiamente penalizzata: dalle molestie ricevute e ancora di più dall’allontanamento dalla sua famiglia in quanto è messa in un posto al sicuro. Questo le crea un trauma, agisce da deterrente da non ricorre alla nostra giustizia; l’uomo il violento avrebbe dovuto essere allontanato e subire i rigori della legge italiana. La vittima è doppiamente penalizzata fisicamente e psicologicamente.