R037 - VELO ISLAMICO

Fax – 24/02 – 2002

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A : Paolo Mieli
DA : G. Eid
Numero di pagine:1

OGGETTO: velo islamico

La sua conclusione, forzatamente sbrigativa, potrebbe sembrare disinformativa verso il largo pubblico che la stima.

L’Egitto, all’atto della acquisizione della sua indipendenza nel 1922, ha avuto eletto il primo parlamento della sua storia, e la signora Hoda Shaaraoui, prima donna ad entrare nel primo parlamento eletto, ha gettato in pubblico il “velo” che portava. ( sua nipote si trova a milano).
Agli occhi degli uomini questo velo significava sottomissione della donna, proprietà da nascondere agli occhi degli estranei, patrimonio assoggettato al marito, segno esterno della sua purezza di cuore, con l’ansia della separazione tra i sessi che può portare sino alla chiusura della donna.
Una prigionia creata da secoli di pressione sociale, di consuetudine che poco hanno a che vedere con i dettami del corano del VII secolo.

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R038 - INFIBULAZIONE …SI …NO

Riflessioni – 30/1/2004

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Emma Bonino sta facendo una rivoluzione silenziosa dal‘interno delle società arabe attraverso la donna, ma ha ragione soltanto a metà quando dichiara che alla Conferenza del Cairo si è tolto ogni alibi a coloro che giustificano la pratica a motivi religiosi. Nellea stessa Conferenza infatti, Gad El Hak l‘allora capo dell’Azhar, giustificava la pratica come un dovere religioso. Il fatto è che le voci siano tutt’ora discordanti: se ne deve tenere conto. Per tornare all’italia concordo che il nostro paese deve adottare comportamenti di forti principi senza lasciare spazio a compromessi e vie di uscita togliendo ogni credibilità ai valori a cui il paese ha aderito. Un azione parallella di convincimento va intrapresa verso i centri frequentati degli immigrati, compresi quelli religiosi: fare la differenza tra una richiesta per aderire ad un imperativo religioso, unanimamente riconosciuto come tale, e altre che riguardano usi e costumi prevalenti nel mondo islamico, e più precisamente quello arabo fonte principale dall’immigrazione musulmana. La convivenza va fondata su valori e certezze, e se nascondiamo i cardini della nostra cultura, verso quale integrazione potremo aspirare? E’ certamente necessaria una chiara volontà di accettare le regole da parte di chi arriva dall’estero, ma se la società ospitante non possiede un’idea chiara della sua identità non sarà capace di integrare, anzi, sarà spaventata dal nuovo nel quale vede una minaccia alla propria sicurezza.
A mio parere, solo se è garantito un “nucleo duro” iniziale, le comunità straniere possono amalgamarsi, integrarsi con gli elementi fondativi. C’è un’identità di fondo della quale non si può prescindere per progettare
nuove forme di società. Brava Emma Bonino alla quale auspico di trovare un supporto fattivo da parte sia dalla diplomazia Italiana che dalla Comunità Europea.

Giuseppe Samir Eid

Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.

R039 - QUALE ISLAM?

Riflessioni – 2011

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1 – È indispensabile chiedere al mondo arabo di lavorare sull’educazione, sui media, sui libri di testo nelle scuole e perfino invitare a questa linea educativa e di pace, gli imam e predicatori che hanno in mano il formidabile strumento delle prediche nelle moschee , dove sarebbe opportuno proclamare anche i versetti del Corano che sottolineano la volontà di Dio verso la pluralità religiosa e l’impegno nel gareggiare nel bene nella Misericordia di Dio.
2 – penso che sia sterile la discussione se il corano sia libro di pace o di guerra o di tutti due! credo che sia indispensabile chiedere al mondo arabo di lavorare sull’educazione, sui media, sui libri di testo nelle scuole e perfino invitare a questa linea educativa e di pace, gli imam e predicatori che hanno in mano il formidabile strumento delle prediche nelle moschee , dove sarebbe opportuno proclamare anche i versetti del Corano che sottolineano la volontà di Dio verso la pluralità religiosa e l’impegno nel gareggiare nel bene nella Misericordia di Dio. Piuttosto Attuare una strategia per puntare a questo risultato.
3 – secondo uno dei 138 teologi musulmani principale estensore della risposta al Papa, il corano va letto nel suo intero, sarebbe errato teologicamente parlando di estrarre e citare un versetto a se stante e commentarlo senza tener conto dell’insieme del testo. Infatti la parte Meccana è diversa da quella successiva a Medina: Allora quale è il “pensiero di DIO coranico o meglio di ALLAH”? questo spiega la difficoltà di definire quale è il vero islam fuori dai stereotipi. In pratica oggi come oggi valgono le definizioni provenienti da i poteri forti dei petrodollari. Un islam politico contro cui un cristianesimo diviso (cattolici, ortodossi ecc.) si dimostra più debole come forza contraposta. A mio parere la riscossa deve partire dal cambiare i cuori degli uomini con i servizi e tutti mezzi disponibili.

Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.

R040 - COMMENTI: SHARIA, RAMADAN, INSTABILITA SOCIALE E POLITICA

Corriereforum – 16/10/2006

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Un forum di libero e civile confronto sui temi più dibattuti nell’Italia che guarda al mondo plurale e globalizzato: immigrazione, islam, dialogo tra le civiltà, identità nazionale, diritti dell’uomo

Lunedì 16 Ott 06
La consulta islamica primo passo verso la sharia in Italia? La consulta, primo passo verso la sharia in Italia?
Una mia amica musulmana si è trasferita da un paese arabo verso lo stato dell’Ontario in Canada per fuggire dalle discriminazioni insiti nella sharia contro le donne. Purtroppo nell’Ontario esiste una proposta di legge che consente di applicare la sharia ai problemi delle famiglie; cosi la mia amica in Canada è passata dalla padella alla brace grazie alla locale consulta. Il Presidente dell’UCOII il medico dott. Nour avendo dichiarato alla TV al ministro Turco che le leggi italiane si avvicinano (dovrebbero) piano piano alla sharia,non sarà che ci sia l’intenzione di strumentalizzare la consulta italiana come tentativo di un primo passo verso l’introduzione della sharia in Italia?

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