DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
112 Ci auguriamo che la mutua conoscenza contribuisca a moltiplicare gli scambi cultu- rali tra i popoli, fortificando in questo modo i legami di mutua assistenza e di amicizia fra le nazioni! Patriarcati cristiani arabi: La varietà nella Croce I cristiani del Medio Oriente, copti in Egitto, maroniti in Libano, caldei in Irak, armeni in Turchia, melchiti o ortodossi in Siria, o an- cora palestinesi di Betlemme, conoscono da più di mezzo secolo un esodo silenzioso cacciati dalle loro terre a causa della guerra e della pressione dell’Islam. Il numero dei cristiani emigrati è andato aumentando ne- gli ultimi anni; quelli che rimangono nei Pa- esi arabi sono in continua diminuzione, sof- frono del complesso del ghetto e vedono un futuro incerto. Al pari del resto della popola- zione, i giovani, per la difficoltà di trovare un lavoro e per la crisi degli alloggi, preferisco- no formare una famiglia e crearsi una nuo- va vita altrove, con la triste conseguenza di tornare al paese natale solo come turisti. Vi sono inoltre difficoltà e impedimenti di va- rio ordine che non consentono ai patriarchi orientali cattolici di seguire nella diaspora i fedeli del proprio rito. Perciò l’emigrazio- ne dei cristiani può significare la condanna all’estinzione delle Chiese orientali. Una pa- noramica delle singole Chiese può rendere l’idea di quanto esile sia la presenza cristia- na nel mondo arabo erede dell’impero ot- tomano. Comunità dalle radici profonde Le popolazioni che nei primi secoli del cri- stianesimo abitavano il Medio Oriente era- no formate da comunità autoctone e da una forte componente ellenizzata. La grande importanza di queste comunità è confer- mata dal fatto che le Chiese orientali sono definite con il titolo di «apostoliche», perchè fondate dagli apostoli. I primi concili ecumenici riconobbero l’esi- stenza di Chiese madri, presiedute da un patriarca, responsabili della propagazione della fede cristiana e della nascita di altre Chiese. L’istituzione patriarcale è comune sia all’Oriente sia all’Occidente e il vesco- vo di Roma, sede patriarcale dell’Occiden- te, erede dell’apostolo Pietro, è il patriarca d’Occidente riconosciuto come primate universale, primo fra i primi. Le altre sedi patriarcali sono in oriente, precisamente a: Costantinopoli, Alessandria d’Egitto, An- tiochia e Gerusalemme, madre di tutte le Chiese e culla della cristianità. Il cristianesimo ebbe un immediato e note- vole sviluppo in tutto il Medio Oriente, tanto che il numero dei cristiani orientali era più numeroso rispetto a quello degli occiden- tali. L’Oriente cristiano, che nell’epoca pa- tristica superava ed eclissava l’Occidente cristiano, ha subito una sistematica perse- cuzione, fisica o morale, e una progressiva emarginazione nelle aree di dominazione musulmana. A prescindere da coloro che negli ultimi anni sono stati costretti a emi- grare, dando origine a una vera e propria diaspora, gli arabi cristiani rappresentano circa il 10% della popolazione del Medio Oriente. Oltre le incomprensioni Nonostante la grande eredità religiosa, la vita delle comunità cristiane del Medio Oriente è stata caratterizzata lungo i secoli da un costante stato di incomprensione. Un atteggiamento dovuto in parte al compor- tamento dei musulmani, che hanno spesso identificato la Chiesa orientale con i coloniz- zatori stranieri di queste aree. La principale popolazione di rifugiati, nel Medio Oriente, non sono i palestinesi, vitti- me della prima guerra arabo-israeliana del 1948, nemmeno gli ebrei dei Paesi arabi e dell’Iran, costretti a un esodo simmetrico tra il 1945 e il 1979, ma i cristiani di cultu- ra araba, aramaica, armena o greca. Quasi dieci milioni sono stati indotti dalla prima guerra mondiale a oggi ad abbandonare le proprie case o a emigrare.Ancora pia
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