DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
116 Fargues) a circa 525.000 (stime ecclesia- stiche locali) nell'area araba; circa 3000 in Turchia, 10.000 in Iran. Non tiene conto dell’emigrazione a seguito dell’ultima guer- ra in Iraq. Presenza nella diaspora: circa 120.000 pre- valentemente in Francia, paesi dei Nord Europa, Stati Uniti e Australia. Esiste un'in- cipiente organizzazione ecclesiastica nella diaspora, con una diocesi caldea negli Stati Uniti e parrocchie negli altri stati. Chiesa Copta ortodossa Origine: La Chiesa Copta fu fondata in Egit- to nel I secolo d.C. dalle prediche dell'apo- stolo Marco, che scrisse il secondo Vangelo nel primo secolo d.C., e che portò il cristia- nesimo in Egitto, al tempo dell'imperatore Nerone. È una delle chiese ortodosse d'o- riente. I primi monaci copti vissero in Egitto durante il IV secolo, molti di loro morirono come martiri. Durante il IV e V secolo la Chiesa Copta si separò da quella greca a causa di una disputa riguardante la natu- ra di Cristo; non aderì al Concilio di Calce- donia (451) preferendo una formulazione cristologia di tradizione alessandrina che affermava, al seguito del patriarca Cirillo di Alessandria, la natura unica incarnata del Verbo di Dio. Fu considerata monofisita sino al 1973 anno della sottoscrizione di un documento di fede cristologico comune con il patriarcato di Roma (il papa PaoloVI). Sede del Patriarcato: Il Cairo. Titolo patriarcale: Patriarca di Alessandria e di tutta l’Africa chiamato anche papa. La Chiesa Copta ha il proprio papa, Shenuda III, ed è il patriarca numero 117 dalla predi- cazione di San Marco. Liturgia: rito alessan- drino in arabo e in copto. Fedeli: 8.000.000 in grandissima maggio- ranza in Egitto. La chiesa copta ortodossa è concentrata in Egitto ed Etiopia. In Egitto questa comuni- tà rappresenta la più forte concentrazione cristiana di tutto il Medio Oriente. Non van- no però dimenticati anche i circa 18 milioni di copti dell'Etiopia, che mantengono uno stretto legame religioso con quelli egiziani. I copti sono presenti in Egitto in maniera capillare in tutti i villaggi, anche nei più po- veri. Si tratta di comunità che sono spesso dimenticate e abbandonate a se stesse: l'u- nico segno della fede cristiana ereditata dai propri padri è spesso un tatuaggio a forma di croce. Si tratta quindi di un legame con la Chiesa estremamente fragile e perciò non duraturo. Le conversioni all'islam sono per- tanto frequenti sia a causa dei matrimoni sia per sfuggire alle discriminazioni. Le co- munità copte tendono in genere a evitare di essere troppo visibili, fatto questo che ne ha facilitato molto la sopravvivenza nei secoli: dove infatti nel Medio Oriente la presenza dei cristiani è stata più esuberante, le ves- sazioni sono state maggiori. Con l'aumento dell´attività dei fondamentalisti islamici dalla fine degli anni '70 le condizioni di vita dei copti in Egitto sono peggiorate. Tra il 1981 e 1985 il papa Shenuda III fu tenuto agli arre- sti domiciliari in un monastero nel deserto. Diaspora: circa cinquecentomila; Negli ulti- mi 30 anni molti sono emigrati nelle ame- riche e in parte in Europa a seguito alle discriminazioni messe in atto dalle autori- tà accompagnati da eccidi rimasti impuni- ti. Una sede episcopale è stata creata alle porte di Milano. Chiesa copta cattolica Distaccatosi da quella ortodossa nel 18° secolo è retta da un patriarcato sin dal 19° secolo. Sede del Patriarcato: Il Cairo. Titolo patriarcale: Patriarca di Alessandria dei copti. Liturgia: rito alessandrino in arabo e in cop- to. Fedeli: circa trecentomila con alcuni in dia- spora nella quale le parrocchie copto-cat- toliche sono sotto la giurisdzione degli or- dinari latini.
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