DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
129 e dare vita a una diversa gloriosa civiltà araba citata da esempio dai testi scolastici correnti, da fondamentalisti e nostalgici del passato (salafyun) e di quelli che vogliono restaurare il califatto proclamando che “l’i- slam è la soluzione”. Strategia di conquista I cristiani sono potuto essere tollerati dai poteri musulmani in certe epoche e in certi luoghi. Quando le circostanze cambiano, questa tolleranza sparisce. La conquista araba e successivamente quella turca han- no messo in atto una identica strategia: qualche operazione militare decisiva per- mette ai musulmani di prendere il controllo politico di una provincia o di uno Stato: il nuovo potere provoca in seguito divisioni tra i cristiani; infine il regime della dhimma (protezione) impone un miscuglio di misure discriminatorie e di oppressione finanziaria e spinge un po’ alla volta i cristiani a con- vertirsi, anche intere famiglie o comunità. Così un Paese che era cristiano al 90%, si ritrova a ospitare una minoranza cristiana ridotta a uno statuto di secondo piano, co- stretta a emigrare. Quale islam? In certi Paesi islamici il fenomeno religioso si accelera con la crescita di movimenti in- tegralisti o islamisti all’interno della società musulmana, che predicano una jihad per- manente e l’esclusione totale dei non mu- sulmani dalle zone di antica islamizzazione, come il mondo arabo. In questo momento, non esistendo nei Pa- esi arabi la separazione tra Stato e religio- ne, è soltanto la diversa applicazione delle leggi islamiche a differenziare l’Islam «radi- cale» o «integralista» da quello «moderato». Periodo delle Crociate (1099-1250) e dei Mamelucchi e Ottomani (1250,1516,1918). Le Crociate, che furono imprese belliche condotte dall'Occidente cristiano per la riconquista della Palestina, derivano per un certo aspetto dai pellegrinaggi in terra santa, usanza questa praticata sin dal se- colo IV e praticata, sia pure con difficoltà, anche dopo che i musulmani occuparono la Palestina nel 637. La situazione degenerò, quando su quelle terre il potere passò pri- ma alla dinastia arabo-persiana dei Fatimi- di, poi nel 1070 a quella dei Turchi Selgiu- cidi. Un’epoca che portò con sé un periodo buio non soltanto per la cultura araba in generale, ma anche per la Chiesa, in quan- to fu divisa dai conflitti per la conquista del- la sede patriarcale. I cristiani patirono oppressioni e le condi- zioni per i non musulmani all'interno del- la società musulmana peggioravano. Da maggioritari diventarono minoranza priva di protezione legale e furono così costretti a riversarsi dalle campagne verso le città, meno soggette all'intolleranza delle auto- rità locali. Benché i cristiani diminuissero notevolmente di numero in questo periodo, riuscirono tuttavia a mantenere un forte in- flusso nel campo medico, scientifico e an- che come impiegati nell'amministrazione: lo stesso del resto fecero i copti in Egitto. Periodo 1800-1918 La decadenza dell'impero ottomano con- sentì alle potenze europee di trarre van- taggio acquisendo potere nella regione. Diventarono un polo di attrazione per quei cristiani che erano alla ricerca di protezio- ne e di nuove opportunità per ampliare i loro affari. I poteri regnanti in Egitto, di origine mace- done, dunque europei, dopo la partenza di Napoleone e sino all’esilio del re Farouk nel 1952 per mano di Nasser, seppero incen- tivare lo sviluppo economico ed industriale favorendo l’immigrazione di lavoratori e artigiani dall’Europa, oltre all’apertura di istituzioni scolastiche cristiane, a seguito dei quali si unirono schiere di governanti e balie suddite dell’impero austro ungarico introducendo i loro usi e costumi nelle fa-
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