DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
131 Palestina, ha creato certamente una situa- zione di forte squilibrio nella regione del Medio Oriente in misura tanto maggiore in quanto godeva dell'appoggio delle forze economiche mondiali. La forte emigrazione di ebrei dai paesi occidentali ha influenzato il modo di vita, i costumi, gli usi e le diverse culture locali. Intere popolazioni sono state costrette ad abbandonare le loro terre per lasciare spazio al nuovo stato: già nel 1948 gli sfollati palestinesi erano circa 500.000. Risveglio islamico Abbiamo visto che in origine l'unione fra gli arabi è iniziato come motore per ottenere l'indipendenza, e il socialismo fu lo stru- mento per introdurre la giustizia sociale e lo sviluppo economico e culturale. Con l'indipendenza acquisita dopo la se- conda guerra mondiale, i paesi arabi hanno favorito l'istruzione gratuita e l'in- dustrializzazione con il conseguente feno- meno dell'inurbamento. Ma le nuove leve, specialmente universitarie, sradicate dal proprio contesto rurale, in possesso di una laurea ma non di un lavoro, sono diventa- te facili prede degli integralisti islamici, che riempiono con le loro idee il vuoto ideologi- co e l'assenza di un tessuto sociale stabile causato dal flusso dei contadini che arriva- no in città sull'onda dell'esplosione demo- grafica e della laurea a ogni costo. Con il passare del tempo questo risveglio prende un preciso colore politico. La reli- gione diventa il motore di movimenti di liberazione e di conquista e coincide con l'espansionismo dell'islam arabo in Africa. I recenti movimenti di reislamizzazione, hanno in comune la rottura con il tipo di organizzazione sociale precedente e si oppongono a un islam di compromesso, infiacchito dalla modernità trasmessa dal- la secolarizzazione. Il movimento dei Fra- telli Musulmani fondato in Egitto nel 1928, attualmente molto ramificato anche nel mondo occidentale, è un esempio della tra- sformazione di tale risveglio, coltivando la mentalità anti-occidentale «materialista e corrotta, atea e miscredente», e colpevoliz- zando gli Stati Uniti (l’Occidente, assimilato in generale al mondo cristiano) per la pro- pria arretratezza economica e tecnologica e per l’appoggio dato alla costituzione dello stato d’Israele. La delusione delle classi medie e dei lavo- ratori per la mancata realizzazione delle promesse fatte e per le sconfitte subite a causa dello stato di Israele, che vedono raf- forzarsi continuamente, offre negli anni '80 un terreno fertile per il diffondersi dell'inte- gralismo islamico, con le sue frange terro- ristiche, finanziato dai petrodollari. Petrodollari: elemento di destabilizzazione Considerando che la regione del Golfo è di importanza strategica in quanto accumu- la le più grandi riserve energetiche vitali per la continuità dell'espansione econo- mica dell'Occidente, è opinione corrente che gli Stati Uniti abbiano considerato le monarchie islamiche un baluardo degli in- teressi dell'Occidente e abbiano visto di buon occhio la diffusione dei movimenti religiosi finalizzati a contrarre l'espansio- ne dell'influsso dell'URSS e del socialismo, movimenti politico collegato a Nasser che diffondeva velocemente nelle masse arabe l'idea di unione panaraba all'insegna del socialismo non allineato ed equidistante tra USA e URSS, dunque non filo-occidentale. La monarchia saudita era ostile al diffon- dersi del nazionalismo laico moderno svin- colato dalle leggi religiose e lo considerava un reale pericolo per tutte le monarchie della penisola (Arabia Saudita, Kuwait ed Emirati).Insieme con il Pakistan questi stati fondarono nel 1969 l’Organizzazione della Coferenza degli Stati Islamici (OCSI). E' noto che l’Arabia Saudita, il paese più ricco, abbia finanziato in tutto il mondo le confraternite e i movimenti islamici per promuovere l'integralismo religioso in nome dell'islam, spargendo quotidiana-
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