DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
144 per esprimere un rammarico per la poco sentita presenza di Dio nel mondo occi- dentale. Il discorso ha avuto una risonanza mondiale, ma è stato frainteso nel mondo islamico, con violenti reazioni fino a cau- sare ingenti danni materiali alle istituzioni cristiane e persino lassassinio di una suora. Nello stesso periodo mi trovavo in Egitto e leggevo la replica del presidente dellunio- ne dei giornalisti, un intellettuale di fama, al discorso del papa; faceva notare che gli autori delle violenti reazioni reclamando al papa le scuse o la ritrattazione delle sue affermazioni, non avevano letto il testo ori- ginale del discorso ma si erano basati sul quanto riportato da altre fonti! Sappiamo oggi che i malintesi sono stati appianati ma senza i pregiudizi pre-esistenti avremmo risparmiato danni e vite umani. I Fondamenti Cristiani e il vangelo Sono parole di esseri umani ispirati da Dio. È attraverso le sue creature che Dio agi- sce. Non è solo la parola di Dio, è la parola di Isaia, Marco, Giovanni, ecc... Dio ha fatto uso delle sue creature e le ha ispirate per diffondere la sua parola al mondo; Parola di Dio in forma umana, arriva attraverso una comunità umana. Il concetto cristiano di Dio: Logos e Amore fino al punto di farsi totalmente piccolo, di assumere un corpo umano e alla fine di darsi come pane nelle nostre mani. Curare il rapporto personale con Dio. Riconosco che il mondo occidentale, det- to erroneamente cristiano, attraversa una grande crisi morale avendo relegato la re- ligione nella sfera privata e adottato un at- teggiamento di indifferenza verso il nostro Creatore. Musulmani e il corano Corano: è la letterale, non interpretabile, parola di Dio. Dio ha dato la sua parola a Maometto, ma è una parola eterna. Non è parola di Maometto. È così com'è per sempre, è immutabile. Non adattabile; non conosce la separazione tra la sfera politi- ca e quella religiosa. Non esiste nellislam una distinzione tra sacro e profano, tra re- ligione e stato, tra società civile e comunità credente: da qui la legge islamica (sharia) che dovrebbe governare tutta la vita dei popoli. Nel Corano si trovano sia dei versetti che sono in favore della tolleranza religiosa, (non uguaglianza), sia altri che sono aper- tamente contrari a questa tolleranza. Per- ciò, esistono due letture del Corano e della sunna, due scelte diverse in contrasto tra loro, l'una aggressiva, guerriera e l'altra pacifica; ci vorrebbe un'autorità, unani- memente riconosciuta dai musulmani, che possa dire: d'ora in poi, solo questo verset- to ha valore; ma questo non accade. Infatti, non esiste una teologia islamica istituziona- le, non esiste una sola autorità religiosa. Fattore religioso nei paesi arabi L'indole e la tradizione delle popolazioni che abitano i paesi della fascia meridiona- le dell'area mediterranea le rendono par- ticolarmente sensibili al coinvolgimento religioso. Un atteggiamento, questo, che possiamo comprendere meglio se pren- diamo in considerazione il fatto che l'intera società è impregnata di caratteri religiosi. Basti pensare che proprio dal Corano ogni stato arabo a maggioranza musulmana trae le leggi che disciplinano la convivenza fra i cittadini. Infatti, l'islam, sia come stato sia come religione, contiene un progetto sociale e politico immutabile, dal momento che il Corano ha gettato le basi per reggere la società civile per gli uomini di tutti i tem- pi e luoghi. Lidentità civile e religiosa del cittadino arabo sono intimamente legate, e ciò dà vita a pregiudizi e discriminazioni verso laltro. Tutti i musulmani fanno parte della stessa comunità, umma. Da ciò si ca- pisce che il fattore religioso non può esse- re trascurato nell'affrontare i problemi del Medio Oriente.
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