DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
154 CRISTIANI E MUSULMANI DIALOGARE PER CONVIVERE Actel - 31/01 - 2011 La mobilità delle persone da qualche de- cennio attraversa irreversibilmente il pia- neta, hanno imposto il tema della relazione interculturale come uno dei più acuti del presente. DIALOGARE PER CONVIVERE Per instaurare la convivenza con un dialo- go fruttuoso bisogna conoscersi, e la cono- scenza parte dalla verità, il rispetto dell’al- tro, superare i pregiudizi. Riscoprire la sua identità, termine che a volte viene usato a sproposito, ma è una parola fondamentale per farsi conoscere, mai per prevaricare, occorre incamminarci sul ponte e portarla attraverso i continenti; l’immigrato è anzi- tutto un uomo con la dignità che ne deriva, diritti e doveri. Questo è il punto di partenza della breve conversazione, un piccolo con- tributo alla comprensione del mondo ara- bo alla sua cultura ed alla Pace nel Medio Oriente. DIFFERENZE CULTURALI Eventi recenti hanno messo in luce com- portamenti originati dall’immigrazione ara- ba, non riconducibili ad altre immigrazioni, comportamenti incomprensibili ma che hanno come origine la struttura sociale dei paesi arabi. Infatti, l’arabo abituato a vi- vere in un ambiente monoculturale, l’emi- grazione globale lo mette a confronto con ambienti diversificati, l’apparente assenza di Dio lo spaventa, è spinto a rinchiudersi e i musulmani a rivolgersi, crisi economica aiutando, verso i centri islamici che si sono proliferati con il finanziamento dei paesi arabi; l'islam diventa cosi per molti giovani immigrati l'unico punto di riferimento chiaro sia a livello culturale che religioso. La reli- gione musulmana, causa la frustrazione de- terminata dall'impatto con un tipo nuovo di mentalità, rappresenta una facile occasione di identificazione e di forte coesione. No- nostante le frontiere nazionali, il concetto di umma (comunità dei musulmani) predo- mina nella filosofia musulmana ”una parola d’ordine lanciata da qualche voce autore- vole al momento opportuno può compat- tare e ricondurre a unità serrata” (card. Martini). In Italia manca una politica di ac- culturamento che accompagni l’immigrato nel suo inserimento nella società; accettare nuovi cittadini predisponendo una politica di integrazione adeguata. DIRITTI UMANI, EMIGRAZIONE DEI CRISTIANI AUTOCTONI: Per capire le diversità di atteggiamento degli immigrati musulmani Eid pone in evidenza il Fattore Religioso. La legge religiosa con- diziona la vita del paese, famiglie, persone, abbinata alla pressione sociale, discrimina i non musulmani. A titolo di esempio, al non musulmano non è consentito di sposare una donna musulmana, di ereditare da un musulmano, di praticare alcuni mestieri, di accedere alle più alte cariche statali; ai figli non è concesso di scegliere la loro religio- ne, la carta d’identità riporta la religione di appartenenza dalla nascita; sono automa- ticamente musulmani se uno genitore lo è oppure lo diventa. Il coniuge del genitore che si converte alla religione islamica per- de la custodia dei suoi figli. Una situazione che crea pregiudizi e discriminazioni legali e sociali verso i cristiani autoctoni e i non musulmani, provoca la loro emigrazione verso paesi più ospitali, un esodo di note- voli proporzioni portando verso l'estinzione
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