DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
167 che statali; ai figli non è concesso di scegliere la loro religione, la carta d’identità riporta la religione di appartenenza dalla nascita, sono automaticamente musulmani senza possibi- lità di scelta se uno dei genitori lo è oppure lo diventa. La donna in generale è discriminata non avendo gli stessi diritti dell’uomo. Una situazione che crea pregiudizi e discrimina- zioni legali e sociali, verso le donne e tutti i non musulmani ivi inclusi cristiani autoctoni, provocandone la loro emigrazione verso pa- esi più ospitali aiutati in questo dalla globa- lizzazione dell’informazione e della mobilità. Un esodo di notevoli proporzioni avvia verso l’estinzione alcune comunità che hanno con- tribuito alla ricchezza e allo splendore della civiltà araba. Sottolineo il silenzio assordan- te nel quale si sta perpetuando l’estirpazio- ne delle Chiese Orientali nei loro paesi di origine. Occorre un cambiamento radicale nella formazione dei cittadini allo scopo di far comprendere a tutti di essere uguali, che la violenza è intollerabile, e in quanto tale deve essere prontamente rimossa e cancel- lata. Favorire incontri pubblici di alta visibi- lità sull’argomento soprattutto dove ci sono maggiori chiusure e dov’è più sedimentata una mentalità di contrapposizione. Europa e Medio Oriente in fermento Una grande maggioranza degli arabi vive in estrema povertà, poiché lo sviluppo demo- grafico non è accompagnato da una crescita economica adeguata. Certo é che l’Europa ha interesse per un Medio Oriente stabile, ma un siffatto obiettivo é possibile solo pro- muovendo lo sviluppo tecnologico, garan- tendo il flusso del petrolio e delle materie prime, mettendo freno all’emigrazione, cre- ando un clima di fiducia e collaborazione tra le popolazioni, realizzando la sicurezza delle frontiere concordate e riconosciute. Il Me- dio Oriente é in fermento, le soluzioni sono nell’ordine: pace, prosperità e democrazia. A livello politico è importante che l’occidente, negli scambi tecnologici o di mercato, sap- pia unire o subordinare scambi culturali con criteri di reciprocità, soprattutto per la base del popolo, all’effettiva promozione nel pae- se dei valori di liberta civile e religiosa, per tutti, senza discriminazione alcuna e che, al riguardo, vi sia una intensa opera di monito- raggio. ”Chiedere al mondo arabo di lavora- re sull’educazione, sui media, sui libri di testo nelle scuole e perfino invitare a questa linea educativa e di pace, gli imam che hanno in mano il formidabile strumento delle predi- che nelle moschee, dove sarebbe opportuno proclamare anche i versetti del Corano che sottolineano la volontà di Dio verso la plura- lità religiosa e l’impegno nel gareggiare nel bene nella Misericordia di Dio.” Guarda caso le violenze maggiori succedono di venerdì all’uscita dalle moschee. La migliore risposta all’estremismo è creare un fronte internazio- nale unito che si appoggi su standard univer- sali di libertà di credo e religione. E così, il dialogo interreligioso rimane tuttora un im- pegno riservato alle élite. Invece, bisogne- rebbe trovare il modo di fare passare questo patrimonio lo ripeto –modesto, pure, ma comunque esistente– dai vertici alla strada, e soprattutto al campo dell’insegnamento nelle scuole, nelle università all’amministra- zione e alla formulazione delle leggi. La vergine Maria La devozione dei musulmani verso la vergine Maria è diffusa tra i musulmani. Nello spirito di un dialogo spirituale tra due grandi religio- ni del mondo arabo il parlamento libanese ha stabilito il 25 marzo festività nazionale, giorno in cui la chiesa cattolica commemora l’Annunciazione dell’angelo Gabriele a Ma- ria. A differenza di chi vuole ridurre l’Islam a un sistema politico invece di considerare la religione come l’unica e vera relazione della persona con Dio, sono convinto come lo era Louis Massignon al Cairo, che l’Islam, inteso secondo la sua tradizione spirituale, può offri- re preziose risorse da spendere e condivide- re per costruire, insieme a Cristianesimo ed Ebraismo, la cultura globale della pace e della fraternità. Bisogna adoperarci affinché i mu-
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