DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
184 VALORI UNIVERSALI MILANO 2 Notizie - pag. 6 - 1/05 - 2015 Grazie alla libertà di pensiero e alla nostra democrazia, i nostri figli sono cresciuti aperti a conoscere il significato degli usi e costumi, tramandati nei secoli, dai più an- ziani; hanno acquisito un’identità ricca che deriva dalla conoscenza della loro storia senza rimanerne ingabbiati. I nostri media Occidentali fanno spesso riferimento ai va- lori universali che traggono la loro fonte da La Dichiarazione universale dei diritti umani del 10 dicembre 1948 pubblicati dall’ONU; una Dichiarazione non riconosciuta pur- troppo da 57 paesi che fanno part dell’OCI Organizzazione della Cooperazione Islami- ca degli stati islamici che applicano invece la sharia legge che trae la sua fonte dal Co- rano e applica i suoi principi. Organizzazione della Cooperazione Islamica OCI Le nostre opinioni pubbliche s’interrogano su alcuni modi di pensare, di agire in molte popolazioni fonti dell’immigrazione in Eu- ropa; esiste un problema di comprensione di conoscenza reciproca e infine di dialo- go. Queste incomprensioni ben manipo- late, suscitano reazioni violenti che sono veicolate verso l’Occidente; specialmente verso quei paesi dell’Europa che avevano colonizzato gran parte dell’Africa e dell’A- sia, continenti dove si trovano quasi tutti i paesi che hanno aderito all’OCI in partico- lare tutti i popoli della Lega araba. La Lega araba è una formazione che raggruppa i paesi di lingua e cultura araba con l’islam come religione di stato (ad eccezione del Libano) applicando ai suoi cittadini la sha- ria in modo diversificato. Un popolo relati- vamente omogeneo con una identità pre- cisa e riconoscibile fondata sulla coesione etnica e religiosa musulmana. I paesi della Lega si trovano lungo la parte sud del Me- diterraneo e nel Medio oriente dunque, possono essere considerati i nostri vicini. Vicini dai quali partono gli attacchi verso l’Europa, attacchi ispirati o perpetrati da organismi sfuggiti al controllo dei governi degli stati membri dell’ONU. Divario economico, culturale e demografico Punto di forza di questi organismi che chia- meremo Jihadisti, è nella povertà in cui vi- vono questi popoli. Dopo la seconda guerra mondiale i paesi africani hanno avviato una forte campagna di sviluppo demografico con il risultato, nell’arco di cinquant’anni, di triplicare il numero dei loro abitanti prospe- rando solo nell’impoverimento generale. Nello stesso periodo l’Europa è cresciuta economicamente con una popolazione più anziana che non ha garantito adeguata- mente il ricambio generazionale. L’ampia disponibilità dei mezzi di trasporto e delle comunicazioni, ha facilitato l’emigrazione verso l’Europa di giovani arabi provenienti da paesi governati da leggi che privilegiano i cittadini musulmani in confronto agli ade- renti ad altri credo religioso. Tutto ciò ha dato vita solo a pregiudizi mentali nei gio- vani che approdano in Europa ove prevale l’equità dei diritti e l’uguaglianza fra i po- poli. Cittadini del mondo arabo cresciuti ed educati in stati dove vige la distinzione tra musulmani e non, privilegiano legalmente i musulmani. Una sorta di discriminazione molto simile al nostro remoto regime fasci- sta, discriminatorio verso gli ebrei. Al diva- rio demografico, economico e culturale si aggiunge quello religioso. Identità, cittadinanza e religione Nonostante il pudore degli occidentali di par- lare di religione dobbiamo prendere atto che
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