DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

203 per agevolare la madre che contribuisce con il suo lavoro all’economia casalinga. Ricordiamoci che i figli non ci appartengo- no, sono persone libere a noi donate, ma destinate a percorrere il cammino da loro scelto. Se alcune di queste scelte possono causarci sofferenza, la dignità della persona viene prima dei nostri desideri. Le sfide della famiglia tradizionale Per famiglia intendo quella in cui ho vissuto. Ultimamente sono sorte correnti che pun- tano ad infrangere il modello tradizionale a nome della libertà individuale, sublimando altre situazioni. Solo per elencarne alcune: il divorzio con la conseguente situazione di instabilità psicologica dei figli, i donatori di sperma e di madri surrogate, bimbi in pro- vetta, genitori biologici, la penuria di donne in Cina e India causata dall’aborto. Sotto l’e- tichetta di establishment liberal sono pub- blicizzate le pratiche cosi dette LGBTQ (le- sbiche,gay,bisessuali, trans gender,queer), accusando di razzismo tutti quelli che sono contrari. Pubblicizzano come atti normali pratiche quali aborto, eutanasia, suicidio as- sistito, ridefinizione del matrimonio in modi che ne violano il significato essenziale. Se non ti adegui sei vetusto antiprogressista. Oggi più che mai la libertà di pensiero, pa- rola ed espressione è sotto attacco; quando il pensiero in questione non è quello alline- ato al politicamente corretto: cioè a quan- to hanno stabilito essere "giusto" e "vero" dei gruppi di potere tanto influenti quanto poco o per nulla rappresentativi del sentire comune. Lascio a persone più competenti l’arduo compito di affrontare simili argo- menti che sfidano la famiglia tradizionale. Diritti Umani e matrimonio In base alla mia esperienza di vita, ho cer- cato di descrivere la va-lenza dell’unità spi- rituale per mantenere i legami scaturiti dal matrimonio conforme all’articolo 29 della Costituzione dello stato italiano conferma- to dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani promulgata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Nel mondo sono sorte altre Dichiarazioni sui Diritti Umani in particolare pubblicate dalle nazioni dove la fonte della legge è la sharia islamica. All’atto pratico in una società dove esiste una legislazione che discrimina i cittadini in base alla religio- ne e al sesso, i danni alle famiglie possono essere superati, in parte, dalla capacità di far crescere gli aspetti spirituali dei cittadini, una responsabilità che ricade sulla famiglia. Per inciso, in sede ONU spesso il Vaticano è più vicino agli stati islamici rispetto agli stati cosi detti “cristiani”, Italia compresa, nelle votazioni che riguardano i temi della natalità e della vita. Immigrazione islamica e famiglia Vorrei aprire una breve parentesi su un argomento di cui si parla poco. Dopo la seconda guerra mondiale i paesi africani rivieraschi del Mediterraneo hanno avviato una forte campagna di sviluppo demografi- co con il risultato, nel’arco di cinquant’anni, di triplicare il numero dei loro abitanti ac- compagnato da un cresciuto impoverimen- to; nello stesso periodo l’Europa è cresciuta economicamente, con una popolazione più anziana stabile demograficamente. Da ciò è dipeso un divario che le nuove generazioni africane cercano di colmare. La cresciuta di- sponibilità dei mezzi di trasporto e di comu- nicazione ha facilitato l’emigrazione verso l’Europa dei giovani arabi. Essi provengono da paesi governati da leggi che privilegiano i cittadini musulmani rispetto agli aderenti a qualunque altro credo religioso. Questi gio- vani sono condizionati da pregiudizi mentali nel momento in cui approdano in Europa, paese in cui prevalgono l’uguaglianza, diritti e doveri e non discriminazione tra i cittadini. A differenza del cittadino europeo e in parti- colare dell’italiano, è da ricordare che il cit- tadino arabo, sia cristiano che musulmano, ha una identità intimamente legata al suo credo religioso e alla sua comunità prima ancora che allo stato di appartenenza. La

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