DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
213 · la donna musulmana ha la proibizione di sposare un cristiano I diritti civili della donna sono dimez- zati rispetto all’uomo nella legge sullo statuto personale: · l Testimonianza, · l nell’eredità, · l nel ripudio, nella poligamia · l sceltà dello sposo, impossibilitata di spo- sare un non musulmano. · l Nella sua libertà di movimenti (permessi per visitare…, passaporti..) · l Pratica di alcuni mestieri : magistrato in quanto è minorata rispetto all’uomo e non può giudicarlo Altri vincoli all’uguaglianza tra i citta- dini all’alba del XXI secolo: · proibizione ai non musulmani d’insegnare la lingua e letteratura arabe, di laurearsi in ginecologia. · l'accesso agli incarichi pubblici, (in Egitto, su 300 dir. centrali della P.A. e 400 d.gen. di aziende pubbliche, soltanto15 sono C.) · Proibizione di libertà di interpretazione della sharia (caso della Hesba in corso in Egitto) · la testimonianza in giudizio contro un mu- sulmano Anche se non è il caso di dettagliare le dif- ferenze dell’insegnamento islamico rispetto al cristianesimo, ecco alcuni esempi che troviamo nell’insegnamento islamico, pure in Italia. · La Torah e il Vangelo sono accusati di es- sere falsificati. · Giuda è morto sulla croce al posto Cristo. · cristiani sono Politeisti a causa della Tri- nità. · L’islam, è la migliore religione, fonte del diritto e dell’ordinamento socio-politico. · Il corano contiene tutte le conoscenze at- tinenti alla religione, al rapporto con Dio; rifiutano di riferirsi ad altre fonti. · Non concepiscono: Incarnazione, Reden- zione, Trinità · Non accettano, nessuna mediazione fra gli uomini e Dio Risposta di Mieli: Caro Eid, lei rivela con delicatezza e senza animosità la foglia di fico con cui si copre la superficialità ignorante e imbelle (di cui Santoro è insuperato campione) della men- talità dominante che informa larga parte dei nostri mezzi di comunicazione (non escluse le nostre "famiglie cristiane"). Siamo alla catastrofe dell'educazione e della ragione, in ogni settore della vita civile. Ma non di- speriamo. Noi sappiamo che, anche grazie alla sofferenza e, come documenta Socci, spesso nell'atroce martirio dei nostri fratel- li cristiani arabi in terra musulmana, c'è in nuce gli albori di una nuova civiltà. Sì, noi siamo l'impero alla fine della decadenza, il seme della vittoria di Cristo nel mondo. Vittoria che, come dimostrano i nostri cari fratelli perseguitati, vince ogni spada e non ha bisogno di alcuna spada, di nessuna vio- lenza, di nessuna prevaricazione. Poiché è nella nostra carne che Lui, la nostra cara gioia, dimostra la sua Signoria sulla realtà. Que viva el pueblo cristiano!
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