DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

240 emarginati e abbandonati a se stessi, pos- sono maturare incomprensioni e atteggia- menti di frustrazione. Ed è proprio in questo contesto che va valu- tata la presenza e il diffondersi di centri mu- sulmani nelle nostre città. Di fronte a questo stato di disorientamento l'islam diventa per molti giovani immigrati l'unico punto di ri- ferimento chiaro sia a livello culturale che religioso. Per la frustrazione, determinata dall'impatto con un tipo nuovo di mentali- tà, la religione musulmana rappresenta una facile occasione di identificazione e di forte coesione. MENTALITÀ DEI GIOVANI OCCIDENTALI Può essere interessante esaminare i dati del sondaggio effettuato recentemente in Francia dalla Bayard Presse Jeune e dal <<Movimento eucaristico giovanile>> me- diante un campione rappresentativo di 704 giovani tra i 12 e i 15 anni. Il quadro che emerge da questa indagine è quello di un mondo adolescenziale che rigetta tutto ciò che è istituzionale. Solo per il 20% di questi ragazzi la religione che professano è considerata più vera delle al- tre. Quasi la metà del campione prescelto (49%) è convinto che basta volersi bene per avere una relazione sessuale mentre solo il 57% riconosce l'esistenza di Dio come sicura o almeno probabile. Infine il valore prioritario è identificato nell'amici- zia che questi giovani instaurano fra loro. Un sondaggio simile di Famiglia Cristiana condotto nel 1985 presenta dati più con- fortanti: in Italia circa l'80% del campione si dichiara credente in Dio. Pur considerando questi dati semplice- mente come espressione di una tenden- za, non si può non constatare come essi rispecchino atteggiamenti e mentalità diametralmente opposti rispetto al mon- do, molto più legato alla tradizione, che caratterizza i paesi denominati del terzo e quarto mondo. CENTRI ISLAMICI Ma a prescindere dalle difficoltà di carattere religioso, il primo approccio degli immigrati con la nostra società genera disorientamen- to, che si aggrava, come abbiamo detto, nei casi in cui il giovane extracomunitario viene lasciato a se stesso fino a sfociare in una reazione di rigetto contro tutto ciò che ri- guarda il mondo occidentale. Si spiega così la ragione per cui i musulma- ni trovano il loro naturale rifugio nel Corano, che è la fonte delle leggi della loro società, e in tutte quelle istituzioni che in Italia lo rap- presentano. Qui gli immigrati incontrano una posizione culturale decisamente opposta rispetto al relativismo dilagante fra i giovani occiden- tali. Possiamo prendere ad esempio un ci- clostilato distribuito dal centro islamico di viale Jenner a Milano agli inizi del 1990. In questo breve testo, scritto in arabo, viene sottolineata la superiorità della religione musulmana rispetto a tutte le altre. L'islam viene presentato come l'unica fede gradi- ta agli occhi di Dio: chi non la professa è destinato a essere perdente nel giorno del giudizio. A ciò si aggiunge l'invito rivolto a tutti gli immigrati a diffidare dei centri reli- giosi cristiani, accusati di avere come unico scopo di azione quello di scambiare il pane con la conversione al cristianesimo. Pertan- to i giovani musulmani vengono richiamati a non barattare la loro fede con il pane dei cristiani. Inoltre circolano in Italia clandestinamente prediche registrate su cassette che svilup- pano concetti al limite del vilipendio. Le pubblicazioni in italiano di un altro centro religioso islamico, sempre di Milano, pro- seguono sullo stesso tono e intervengono su problemi di politica interna ed estera esaltando con linguaggio da guerra santa la conquista dei territori degli infedeli. Alcuni centri sociali comunali, spinti da spi- rito di accoglienza e di generosità, hanno concesso a un centro islamico di Milano l'u- tilizzo della biblioteca e della sala comune a

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