DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

242 prerogative giuridiche specifiche>>. Il cardinale non ha mancato infine di mette- re l'accento sui valori della fede nell'islam: <<Si tratta di una fede che avendo grandi valori religiosi e morali ha certamente aiu- tato centinaia di milioni di uomini a rendere a Dio un culto onesto e sincero e insieme a praticare la giustizia... In un mondo occi- dentale che perde il senso dei valori assoluti e non riesce più in particolare ad agganciarli a un Dio Signore di tutto, la testimonianza del primato di Dio su ogni cosa e della sua esigenza di giustizia ci fa comprendere i valori storici che l'islam ha portato con sé e che ancora può testimoniare nella nostra società>>. Siamo partiti in questo capitolo dalla com- plessità del fenomeno immigratorio, troppo spesso semplificato dai mass media. Ci sia- mo poi soffermati sul caso più diffuso del giovane immigrato musulmano provenien- te dal Nord Africa, esaminandone i pro- blemi di inserimento culturale nella società occidentale e confrontandone la mentalità con quella dei giovani occidentali. Abbiamo poi accennato agli atteggiamenti assunti dai centri che si dichiarano rappresentanti della religione islamica a Milano. Da tutto ciò è emersa l'urgenza di perseguire un'auten- tica integrazione fra orizzonti così diversi. Ma attraverso quali strumenti è possibile far fronte a questa ormai inderogabile ne- cessità? E' la domanda cui cercheremo di dare risposta. UNA PROPOSTA IN OCCASIONE DEL MESE DI RAMADAN 9 - 2008 In quest’anno, 2008, il mese di settembre coincide quasi interamente con il perio- do più sacro per i musulmani, un mese nel quale chi professa e pratica quella religione purifica i propri sentimenti con il digiuno (dall’alba al tramonto) e con un approccio benevolo verso il prossimo. Per noi cristiani potrebbe essere un mo- mento favorevole per conoscersi me- glio. La mutua conoscenza con il rispetto dell’altro senza i soliti pregiudizi sarebbe la premessa per una proficua conviven- za, seme positivo per far germogliare le nuove generazioni. La famiglia musul- mana può invitare il suo vicino all’ora della rottura del digiuno (al crepuscolo), per cenare insieme gustando pietanze con ricette tradizionali, per farsi conoscere e spiegare le tradizioni del proprio paese. Viceversa, il vicino può cogliere l’occasio- ne per far conoscere la cultura italiana per superare pregiudizi a volte non solo reli- giosi ma anche di usi e costumi. Per una conoscenza reciproca più ap- profondita le donne hanno un ruolo di primaria importanza: i loro contatti nella quotidianità possono costituire il primo passo verso un reale dialogo, concetto, forse, troppo inflazionato ma tanto ne- cessario. Invitiamo tutti i parrocchiani a tradurre in pratica questo suggerimento, a dif- fondere questa iniziativa e a racconta- re, perché no, al nostro mensile le loro esperienze di dialogo vissuto nel mese di Ramadan.

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