DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

24 IL CONTRIBUTO CRISTIANO ALLA CIVILTA’ ARABA Popoli - 05/1994 Trattati come stranieri in patria, discriminati nei loro diritti, le minoranze cristiane dei pae- si musulmani stanno riprendendo coscienza del ricco contributo da essi dato alla costru- zione della civiltà araba, la quale non può af- fatto identificarsi con l’islam. Secondo il Corano gli uomini si dividono in tre categorie: musulmani, la gente del libro (os sia ebrei e cristiani), e gli altri. In Medio Oriente gli arabi cristiani sono sta- ti spesso assimilati a torto all’Occidente da parte dei loro concittadini musulmani. Le nefaste conseguenze a cui porta questa er- ronea identificazione fra cristianesimo e Oc- cidente nei paesi arabi sono evidenti. Una delle cause di questo fenomeno può es- sere ricercata nel fatto che in queste zone, negli ultimi 150 anni, una buona parte dell’e- conomia è stata in mano alle minoranze cri- stiane ed ebraiche locali, e agli stranieri emi- grati in Medio Oriente dall’Occidente. “Con l’avvento dell’indipendenza, il ceto medio indigeno si trasferì nei quartieri che in precedenza erano abitati soprattutto da europei, e gli immigrati dalle campagne si di- ressero verso quei quartieri che essi lascia- vano liberi, o in nuovi quartieri. In entrambi i casi vi fu un cambiamento nelle abitudini e nei modi di vita: il ceto medio prese a vivere in un modo che in precedenza era tipico dei residenti stranieri, e gli immigrati rurali adot- tarono il modo di vita dei ceti poveri urbani. Nei loro nuovi quartieri i borghesi vivevano per lo più come facevano gli europei, in case dello stesso tipo e vestendosi con abiti dello stesso tipo...” (Albert Hourani, Storia dei po- poli arabi, Arnoldo Mondadori, 1991, p. 383). Allo stesso modo è interessante rilevare come le lotte fra gli stati europei e i dissidi politici abbiano avuto pesanti ripercussioni sulla vita dei cristiani del Medio Oriente. Così è stato facile per i musulmani identificare le minoranze con le potenze coloniali che di lì a pochi anni avrebbero accresciuto la loro in- fluenza al punto da sostituirsi all’Impero Ot- tomano, ormai avviato ad un rapido declino. Le discriminazioni nella storia Le discriminazioni messe in atto nei confronti dei cristiani sono di diverso tipo, a seconda dei diversi paesi e dei governanti che si sono succeduti. E questo nonostante il fatto che i do veri dei cittadini siano uguali per tutti. La prima causa di questo atteggiamento discriminatorio va certamente ricercata nel modo di insegna- re il Corano e la sharia, la legge islamica da esso tratta. Ma le stesse prediche del vener- dì nelle moschee e gli appelli alla preghiera che cinque volte ogni 24 ore, durante il gior- no e la notte, vengono trasmessi dagli alto- parlanti, diventano occasioni discriminatorie verso i non musulmani. Tutto ciò si innesta su usi tramandati nei secoli dai musulmani ed in una società nella quale l’insegnamento, fin dalla più tenera età, è ri volto ad inculcare l’idea che l’islam è la religione migliore e più gradita a Dio. L’urbanizzazione, con il sorge- re delle grandi città, ha fatto cadere molte usanze discriminatorie. Ancora oggi, però, alcune di queste usanze sono rimaste in qualche paese a maggioranza musulmana. Ai cristiani è vietata, salvo eccezioni, la co- struzione di nuove chiese e conventi, come pure non è consentito alle comunità di se- gnalare le loro feste con il suono delle cam- pane. Il matrimonio di un cristiano con una musulmana è praticamente impossibile se l’uomo non si converte prima all’i slam. Ancora oggi, in molti paesi arabi, è proibito ai

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