DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
26 questo è vivamente consigliato di informarsi sulle leggi vigenti, sia in Italia sia nel paese da dove proviene l’immigrato musulmano, in quanto la legge del suo paese è sempre dalla parte del cittadino musulmano, rispetto al non-musulmano, nei suoi rapporti con lo stato, con il suo matrimonio e nei confronti dei figli. Naturalmente la posizione giuridica del coniuge migliora dopo la sua con ver- sione all’islam e l’abbandono della sua re- ligione originaria. Purtroppo i cittadini non sono uguali di fronte alla legge nel caso in cui uno non sia musulmano oppure sia di sesso femminile. Se una donna cristiana co- munque, decide di contrarre matrimonio con un musulmano, si mette in una condizione in cui è estremamente difficile mantenersi in quella posizione di equilibrio necessaria per continuare a professare la propria fede nel particolare ambito in cui è chiamata a vive- re. Ma se queste donne fossero opportuna mente sostenute per mantenere, nel lo ro nuovo ambiente, una presenza illuminata e fedele alla loro fede cristiana, si creerebbero nuove opportunità per sviluppare una cono- scenza ed un rispetto reciproco fra i credenti dell’unico Dio. Come afferma P. Samir Khalil, gesuita, in uno studio pubblicato in francese dalla rivista Solidarité-Orient febbraio 1984. n. 149. è molto diffuso il pregiudizio che ara- bo sia sinonimo di musulmano. Non ci sareb- bero, dunque, cristiani arabi. Questo pregiu- dizio si dimostra sempre più falso. Contributo prezioso Su circa 150 milioni di arabi, i cristiani sono non meno di 12 milioni, altrettanto “arabi” dei loro concittadini musulmani. L’arabità non è una razza né una religione, ma co- stituisce una “nazione” con tutti gli elementi che questa parola include: unità geografica, linguistica, culturale, politica, storica, eco- nomica, ecc. In quest’ambito i cristiani si di- chiarano parte integrante del mondo arabo. I musulmani non so no “più arabi” dei cristiani, e i cristiani non sono “meno arabi” dei mu- sulmani. La civiltà araba e islamica è debitri- ce sia nei confronti dei cristiani sia delle altre minoranze locali, come gli ebrei, come pure verso la cultura asiatica, poiché ha radici spi- rituali che si rifanno all’esperienza orientale. Storicamente, nel campo culturale, i cristia- ni arabi, o diventati tali, sono alla base della letteratura e delle scienze nel mondo arabo. Gli storici sanno bene che, già alcuni secoli prima della nascita dell’Islam, esistevano tri- bù arabe cristiane, e che la scrittura araba, in particolare, deriva in larga parte dai cristiani. Dopo l’avvento dell’islam, le comunità cri- stiane del Medio Oriente, e in parte anche della Spagna, si sono rapidamente arabizza- te, introducendo così nella cultura araba le loro antiche tradizioni cristiane: greca, siria- ca, copta e anche latina. Lungi dall’essere estranei alla cultura araba, gli autori cristiani delle differenti confessioni orientali hanno largamente contribuito alla sua formazione. Alcuni di questi autori cri- stiani sono ben conosciuti dal pubblico colto in Europa o nelle Americhe. Così Hu-nayn Ibn Ishaq (il più grande traduttore dal greco e dal siriaco all’arabo, deceduto nell’873), Bar Hebraeus (autore del Chronicon, deceduto nel 1286), o Gibran Khalil Gibran (autore del Profeta, deceduto nel 1931). Accanto a questi grandi nomi, esiste tut- ta una gamma di autori cristiani che hanno brillato nel firmamento del la cultura araba (medici, astronomi, filosofi, teologi, storici, giuristi, poeti, uomini di lettere, ecc.). Fu dopo la conquista arabo-islamica che i cristiani di tutte le confessioni si misero a tradurre, dal greco e dal siriaco all’arabo, le opere letterarie e scientifiche dei loro prede- cessori. Furono essi ad introdurre gli invaso- ri nomadi del deserto alle discipline orientali (filosofia, matematica, astronomia, medicina e geografia i provocando così un rinascimen- to durato sino a tutto il Medioevo, quando il mondo occidentale era ancora immerso nel buio. A questo proposito è bene ricordarsi che Carlo Magno sgranava gli occhi davanti ai regali inviatigli da Haroun el Rashid. Il mondo occidentale non ha però tardato ad
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