DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
36 te e in Italia data addirittura pochi decenni. I cristiani si trovano invece in Medioriente dalla nascita stessa del cristianesimo, set- te secoli prima dell’avvento dei musulma- ni. Solo intorno al 638-641 i musulmani si sono stanziati nella regione grazie, in parte, all’accoglienza dei cristiani che si è dimo- strata poi mal ricambiata. Occorre tenere bene in mente questa prospettiva storica per comprendere alcune situazioni altri- menti indecifrabili. 3. Extracomunitari Celibe, maschio, musulmano, grado d’i- struzione molto basso: è questo l’identikit dell’extracomunitario come viene spesso presentato dalla stampa e dalla televisione. Si tratta di un giovane alla ricerca di quel la- voro che non è riuscito ad ottenere nel suo paese d’origine. Solitamente la sua è un’im- presa disperata, a meno che non conosca un mestiere preciso. Questi immigrati dal Sud si trovano ai margini del mondo del la- voro, costretti a vivere d’espedienti. Alcuni finiscono per ingrossare le file della piccola delinquenza. Gli immigrati dall’Europa dell’Est arriva- no sempre più numerosi nelle nostre cit- tà. Ma la loro presenza non cambia, nella sostanza, il problema: il flusso maggiore d’immigrazione è ancora quello provenien- te dall’Africa del Nord. Di questi immigrati, molti clandestini, la stragrande maggioran- za è musulmana. E’ un fatto, questo, che non va trascurato nella lettura del fenome- no dell’immigrazione. Ognuno porta con sé il proprio bagaglio culturale fatto di tradizio- ni e costumi. L’islam e la cultura che esso esprime sono in sostanza una specie di lente prismatica con cui guardare il mondo. Proprio attraverso questa lente, per quanto inadatta, gli immigrati islamici giudicano la società occidentale. Una delle prime real- tà che si trovano a sperimentare è quella dell’organizzazione giuridica e politica dei nostri stati. Tutti i paesi a maggioranza isla- mica sono governati attraverso sistemi che non sono assolutamente paragonabili alle democrazie occidentali. Per questo motivo, salvo eccezioni, gli immigrati islamici non sono preparati all’esercizio della libertà. I giovani musulmani che approdano in Eu- ropa entrano in contatto con una mentali- tà completamente differente. Il forte choc psicologico provoca uno stato di disorien- tamento, che può produrre incomprensioni, frustrazioni e provocare la creazione di una situazione rischiosa qualora lo stato ospi- tante lascia gli immigrati in una situazione di abbandono materiale e peggio ancora di abbandono psicologico culturale. Ecco per- ché è importante per queste persone avere dei precisi punti di riferimento. E’ in questo contesto di difficoltà esistenziale che si in- serisce il diffondersi dei centri islamici nelle nostre città. Per molti giovani la religione musulmana diventa l’unico punto di riferi- mento chiaro in una società di cui faticano a capire i contorni. La mentalità occidenta- le disorienta non poco i giovani immigrati, disgrega l’uomo musulmano; la religione offre invece una forte identità personale e crea una solida coesione sociale. 4. I centri islamici La prima reazione di un musulmano “ex- tracomunitario”, specie quando è abbando- nato a se stesso, è spesso di rigetto verso tutto che che reputa frutto della mentalità e della cultura occidentale. Un’ospitalità mal ricambiata, lo scarso senso di accoglienza , oppure usi e costumi differenti creano ma- lintesi , provocano nei fedeli musulmani un sentimento di ripulsa. Sono atteggiamenti questi che non favoriscono l’inserimento e l’integrazione. D’altra parte c’è difficoltà a capire lo scopo del servizio di assistenza degli organismi cristiani se viene fornita pri- va di chiarimento sullo scopo della gratuità. In questa situazione di confusione è natura- le che i musulmani trovino rifugio e confor- to nel Corano, che è per loro la fonte delle leggi e della verità. Di conseguenza, ecco
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