DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

37 il fiorire di istituzioni come i centri islamici, che permettono di esprimere l’adesione all’islam. Ma quale islam? Un aspetto ricorrente dell’attività dei centri è il sottolineare con insistenza la superiorità della religione musulmana rispetto a tutte le altre. L’islam è presentato come l’unica fede gradita a Dio e chi non la professa è destinato perdente nel giorno del giudizio. In più, si invitano spesso i musulmani a dif- fidare delle associazioni caritative cristiane, che mirerebbero soltanto fare proseliti in cambio di un tozzo di pane. Circolano in Ita- lia, clandestinamente, audiocassette con- tenenti veri e propri sermoni anti-cristiani, spesso al limite del vilipendio. Ci sono poi diverse pubblicazioni che affrontano pro- blemi di politica interna ed estera con un linguaggio da guerra santa. A Milano sono stati concessi, in nome dello spirito d’accoglienza, anche spazi pubblici ad un centro islamico che ne ha fatto richie- sta. Così in un Centro Sociale del comune , è stata aperta una biblioteca e si tengono cicli di conferenze. Di fatto la biblioteca è gestita esclusivamente in chiave islamica (e spesso anti-cristiana), con libri in arabo che inneggiano all’islam e che, per il loro contenuto anti-occidentale, non favorisco- no certo l’integrazione. Le conferenze che si tengono presso il centro sono nei fatti, molto di frequente, vere e proprie lezioni di morale islamica con rigide discriminazione delle donne. Tahar Ben Jalloun, uno dei maggiori scritto- ri marocchini, riconosce che l’islam diventa in molti casi un’ideologia politica totalitaria, una leva formidabile nelle mani di chi è deci- so a tutto pur di conquistare il potere. Que- sta strumentalizzazione rischia di riprodursi anche all’interno dei centri islamici che, con i loro adepti, finiscono per costituire vere e proprie enclave nei paesi ospitanti. Eppure i centri islamici, oltre alla loro fun- zione religiosa, potrebbero, volendo, esse- re un ponte prezioso tra la realtà del paese d’origine e la nuova società in cui l’immi- grato si trova a vivere. Le convergenze tra le due religioni sono numerose. Cristiani e musulmani credono nell’unico Dio, nella re- surrezione, nel giudizio universale, nel pa- radiso e nell’inferno. Praticano , anche se con tempi e modalità diverse, il digiuno, il pellegrinaggio, l’elemosina ai più poveri, la preghiera giornaliera. ll Corano testimonia la vicinanza tra cristiani e musulmani, dun- que non c’è nessuna motivazione, men che meno a livello religioso, per nutrire ostilità. Sarebbe utopia ritenere che un giorno i centri islamici possano collaborare con le associazioni caritative cristiane, la Chiesa, le istituzioni pubbliche per risolvere i pro- blemi legati all’immigrazione? In un mondo in cui le comunicazioni met- tono gli uomini sempre più in contatto tra loro, la scelta tra il dialogo e il confronto è una scelta tra la vita e la morte. In questo contesto, il dialogo islamo-cristiano rive- ste una importanza primaria per l’avveni- re dell’umanità. Si può immaginare il ruolo che possono svolgere i cristiani d’Oriente in questo campo, a partire dalla loro comunio- ne di fede con l’Occidente cristiano e dalla loro comunione culturale con l’Oriente mu- sulmano. 5. Europa terra di missione islamica E’ opinione comune di numerosi esponenti islamici del mondo laico ed universitario che l’amicizia e la fede in Dio siano premesse indispensabili per avviare la risoluzione dei problemi tra gli uomini. Il fondamentalismo, secondo loro, è soltanto il risultato della po- vertà, dell’ignoranza e delle continue delu- sioni oltre a la questione palestinese che ha infiammato gli animi dei musulmani in tutta la regione. I governi, secondo loro, non avrebbero in sostanza saputo rispon- dere alle esigenze della società musulmana inducendogli a cercare nel Corano la cer- tezza del futuro e le risposte a quei pro-

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