DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
43 no essere utili scambi culturali fra scolare- sche, campi di lavoro, esperienze di colla- borazione fra docenti provenienti a diversi ambiti culturali. 4. Integrazione, non assimilazione La separazione fra sfera dello stato e sfera della religione esistente in Occidente offre indubbiamente una maggior possibilità di integrazione sociale ai milioni di musulmani che ormai vi risiedono. Il termine “integra- zione” qui inteso come adesione ai valori fondamentali della società di approdo sen- za che si rinunci alla cultura di origine. Al contrario dell’assimilazione, l’integrazione richiede un’apertura reciproca per una con- vivenza con pari dignità. Rimane il fatto che l’Islam, da pochi decenni massicciamente presente in Europa, è alla ricerca della propria identità, ma manifesta la tendenza a rinchiudersi sull’esperienza dei paesi di provenienza, a cui deve ricor- rere per il servizio religioso, l’insegnamento e i finanziamenti. La chiusura culturale met- te a repentaglio l’inserimento nella società, fa crescere incomprensioni e rancori tra le nuove generazioni, escludendo le comunità musulmane dai benefici sociali ed economi- ci ai quali ogni cittadino ha diritto. Dall’Islam in Europa ci si attende una convi- vialità spirituale fondata sui valori contenuti nel messaggio coranico. L’immagine che l’Islam dà oggi di sé è contraddittoria e d formata. Sembra prestare maggiore atten- zione a questioni che non hanno radici reli- giose (il velo, la discriminazione tra i sessi) piuttosto che alla dimensione interiore della persona. In realtà, soltanto una piccola parte dei 6236 versetti del corano si occupano di questioni normative. “Il corano è compo- sto da 6236 versetti, solo 228 sono consa- crati a prescrizioni giuridiche, tra le quali 70 riguardano la famiglia, 70 il codice civi- le, 13 la giurisdizione e la procedura, 10 il diritto costituzionale, 10 l’ordine economi- co e finanziario, 25 le relazioni internazio- nali, 30 il codice penale. Complessivamen- te, il 3% del corano si occupa del diritto, e lo 0,05% delle questioni penali, mentre la quasi totalità di esso tratta della fede e della morale, della ‘via retta’, cioè dei fini da perseguire per compiere la volontà di Dio” (Roger Garaudy, Concilium, 2/90, I di- ritti dell’uomo e l’islam, Queriniana 1990, Brescia, pp.74.). Un noto scrittore egizia- no, Said El Ashmaoui, ha scritto: “Dio ha creato l’islam come religione; ma l’uomo ne ha fatto una politica con l’islamismo”. A conferma della profondità spirituale dell’i- slam possiamo citare un hadith di Muham- mad sull’amore di Dio: “Quando Dio ama un servitore lo mette alla prova; se questo è paziente, lo mette da parte; se pone in Dio il suo affetto, lo sceglie... e quando lo ama di un amore totale, prende possesso di Lui, spogliandolo di tutto” . 5. Valori morali L’esplosione tecnologica e la rapida diffusio- ne delle comunicazioni (trasporti, immagini, media audiovisivi via satelliti, autostrade informatiche che collegano utenti di tutto il mondo in tempo reale), fanno s„ che il no- stro pianeta stia sempre più diventando un “villaggio globale”. Questa mondializzazione mette a contatto popoli diversi, ciascuno con la sua ricchezza culturale e la sua visione del mondo. Vi sono maggiori possibilità di incon- tro anche tra poveri e ricchi, affamati e sazi: si acuisce e si esaspera così il senso d’ingiu- stizia in chi è meno fortunato. Spesso qu sta profonda sperequazione arriva a provocare grandi flussi migratori. La totale promiscuità di popolazioni di cos„ diversa estrazione esi- ge la ricerca di valori umani comuni a tutti, per scongiurare la ripresa dei nazionalismi e delle violenze che hanno purtroppo caratte- rizzato la fine del Ventesimo secolo. La civiltà occidentale, un tempo fortemen-
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