DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
52 tuzione Islamica che riprende i capisaldi della legge coranica, ribadendo la guerra santa come strumento di difesa dell’ordinamento islamico e di affermazione della vera religio- ne nei territori non ancora conquistati. 8. Tentativi di evoluzione Varie voci si sono levate ultimamente per cercare di interpretare le leggi coraniche alla luce del diritto moderno. Citiamo ad esempio Roger Garaudy, un francese convertito all’I- slam, il sudanese Abdullah Ahmed El Naim, il defunto Ministro dell’ Istruzione egiziano Taha Hussein, Naguib Mahfouz, premio No- bel. Insieme a loro tanti altri esponenti di pre- stigio della cultura musulmana propongono revisioni e cambiamenti. Questi intellettuali propongono di leggere il Corano con gli occhi del Ventesimo secolo, depurandolo dal letteralismo propugnato dai fondamentalisti. Sostengono che la sharia conterrebbe una vera inflazione di hadith, cioè di norme derivate da presunti detti di Muhammad. Secondo loro sarebbero state introdotte dai primi califfi per dare forma di sacralità al proprio governo. Secondo loro, le violazioni dei diritti umani nell’islam contem- poraneo non deriverebbero dal messaggio religioso in sé, quanto da una serie di per- versioni e contaminazioni entrate nel corpus giuridico attraverso tradizioni particolari svi- luppatesi nel Vicino Oriente e in Arabia. Gli atteggiamenti da rivedere, secondo loro, sono sostanzialmente questi: 1) la chiusura sul passato, con l’irrigidimento nell’interpretazione del Corano e la proibizio- ne di una nuova esegesi che, pur non travi- sando i principi, possa essere più aderente ai tempi; 2) l’atteggiamento discriminatorio verso le altre religioni per il solo fatto di considerare l’islam l’unica e la vera religione, ignorando il loro messaggio e negando che ci siano altre vie che portano a Dio; 3) il legalismo che priva l’islam della sua dimensione di interiorità e di amore, ed ha provocato l’ostracismo e la persecuzione del sufismo da parte delle comunità sunnite; 4) l’impossibilità di espressione religiosa nei paesi islamici, dove chi esprime pubblica- mente opinioni in contrasto con quella mu- sulmana rischia pene severe, quando non il linciaggio; 5) la critica all’occidente per l’asilo offerto ai musulmani estremisti oggetto di repressione nel loro paese. Vi è poi il nodo della comunicazione e della libera circolazione delle idee, in modo che ogni uomo posa maturare delle opinioni sue proprie. Secondo questi musulmani modernisti è pos- sibile rivedere la sharia in modo che risponda ai bisogni del mondo contemporaneo senza perdere l’originalità del messaggio religioso dell’islam. L’errore dei fondamentalisti sta nel volere applicare oggi norme e concetti vecchi di mille anni, nati in circostanze stori- che completamente diverse. Per quanto riguarda i diritti del uomo restano molti passi da fare, come quello della possi- bilità di scegliere liberamente la sua religione anche con l’abbandono dell’islam senza in- corre in ricatti e rischi di venire trucidati, la possibilità per una donna musulmana di spo- sare un uomo di altra religione, la possibilità di accedere alle più alte funzioni pubbliche a prescindere della religione di appartenenza. Resta auspicabile uno sforzo di comunica- zione e di libera informazione e di dibattiti televisivi e altri media per creare una libera circolazione di idee, e che ogni uomo possa maturare liberamente le sue scelte fonda- mentali di vita. Sempre secondo i modernisti , è necessario dare vita ad una shari’a islamica che rispon- da ai bisogni del mondo contemporaneo pur senza discutere i capi saldi della fede e dei valori umani che ogni religione cerca di valo- rizzare. L’errore delle correnti fondamentali- ste e dei difensori del ritorno all’antico (sala- fiyin) è nel ‘insistere voler applicare al mondo
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