DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
59 li prima dell’avvento dell’Islam, in Medio Oriente erano presenti tribù arabe cristia- ne. Già nel III secolo a.C. esistevano regni arabi a Tripoli,nel Libano, e a Petra, in Gior- dania, presso i Nabatei. Nello stesso perio- do si ha notizia di due tribù arabe di Siria ,i Manadhira e i Ghassanidi. Cristiani ed ebrei hanno conservato e tramandato il loro pa- trimonio culturale anche dopo la penetra- zione islamica. Taha Hussain, scrittore egiziano di chia- ra fama, ricorda in uno dei suoi numerosi scritti “quella poesia pre-islamica che, pur germogliata in epoca precedente alla rive- lazione coranica, era ritenuta modello insu- perato di espressione artistica e massima manifestazione dello spirito e della cultura degli arabi, tanto da condizionare ancora nelle forme e nei contenuti la produzione poetica che, tra le espressioni letterarie ed artistiche in generale, occupava e continua ad occupare un posto di primaria importan- za” (Paolo Branca,Voci dell’islam moderno, Marietti 1991, pp.51). Dopo l’avvento dell’Islam, le comunità cri- stiane mediorientali e, in parte, quelle spa- gnole, si arabizzano velocemente, portando con sè il ricco patrimonio della tradizione greca, copta, siriaca e latina. Ad esse spetta il grande merito di aver tradotto in arabo le più importanti opere scientifiche e letterarie greche e sire, permettendo così agli “inva- sori nomadi del deserto”, cioè i musulmani, di avvicinarsi alle discipline orientali. “Zoroastriani, giacobiti (copti e siriaci), ne- storiani, melchiti ed ebrei tradussero in ara- bo i trattati d’astronomia, medicina, alchi- mia, filosofia, oltre alle opere letterarie ed epiche. Quest’opera di traduzione ha de- terminato la creazione di termini nuovi ed il rimodellarsi della lingua e della grammatica araba alla luce di nuovi schemi concettuali, non soltanto filosofici, scientifici e letterari, ma anche economici e politici. (...) I centri di civiltà che avevano illuminato l’Oriente an- davano in rovina, ma altri ne andavano sor- gendo: Kufa, Damasco, Bagdad, Kairouan, Cordova, Siviglia, ecc... Verso questi centri accorrevano ora dotti e letterati” (Bat Ye’or, Les chrétients d’Orient entre jihad et dhim- mitude, Paris, 1991, pag. 276) Questo fenomeno ha dato origine a una grande fioritura nelle arti e nelle lettere che si è protratta per tutto il Medioevo. Carlo Magno restava stupefatto davanti ai regali che gli inviava il califfo Harun al- Rashid. Le traduzioni degli arabi cristiani e degli ebrei consentirono a S. Tommaso d’Aqui- no, filosofo, santo e dottore della Chiesa (1225-1274), di scoprire Aristotele e di por- re le basi della filosofia moderna. La cultura europea entrò in contatto con il pensiero del filosofo Yehia Ibn Takriti (+ 974), considerato uno dei maggiori del X secolo. Ancora grazie ai cristiani il Medio Oriente ha conosciuto la stampa, introdotta per la prima volta in Libano e destinata ad impri- mere un nuovo dinamismo alla diffusione della cultura. L’apertura dell’Egitto agli stranieri da parte del viceré Mohamed Ali (il Kedive) 1769.- 1849 , fece poi accorrere un gran numero di siro-libanesi nel paese. Molti si dedica- rono con profitto al commercio e al giorna- lismo. Il primo quotidiano in lingua araba, Al Ahram, fondato da due fratelli cristiani, Bishara e Selim Takla nel 1875, sarebbe in seguito diventato il quotidiano più impor- tante del mondo arabo. Il Cairo e Beirut sono i centri principali dell’editoria in lingua araba. “Tra i periodici di idee, che aprirono una fi- nestra sulla cultura, la scienza e la tecnolo- gia dell’occidente, vi furono i due prodotti al Cairo da cristiani libanesi: “al-Muqtataf” di Ya’qub Sarruf (1852-1927) e Faris Nimr (1855-1951), e “al-Hilal” di Jurji Zaydan (1861-1914). Analoga impresa fu quella di un’enciclopedia, pubblicata in fascicoli pe-
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