DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
60 riodici, prodotta da Butrus Bustani (1819- 1883 e dalla sua famiglia, compendio del sapere moderno, che mostra che cosa si sapesse e si comprendesse a Beirut e al Cairo nell’ultimo quarto del XIX secolo” (Al- bert Hourani, Storia dei popoli arabi, Arnol- do Mondadori Editore,1992, pp.3. 3. Caratteristiche dell’eredità cultura- le arabo-cristiana Per secoli in Medio Oriente la cultura domi- nante è stata quella greca, come testimonia anche la redazione in lingua greca dei Van- geli . Spesso si faceva però ricorso anche al siriaco, al copto e all’aramaico. Solo molto più tardi la lingua araba divenne un fattore importante per l’unificazione di culture di- verse. L’arabo di tradizione cristiana, im- merso in un ambiente musulmano, fu chia- mato a precisare continuamente la propria fede, soprattutto per la formulazione di con- cetti che i non-cristiani non erano sempre in grado di capire, con il rischio di stravolgere il messaggio evangelico. Occorre spiega- re e chiarire termini non sempre univoci, come la Trinità, concetto che in ambiente musulmano incontra più di una difficoltà, perché mette in dubbio la fede monoteista. Per questa ragione, sembra, alla fine di ogni segno di croce i fedeli mediorientali sentono il bisogno di aggiungere: “Dio è Uno e Uni- co. Amen!”. I cristiani, spronati a dimostrare l’unità della propria fede pur nella molteplicità delle con- fessioni, hanno dato vita ad una ricca pro- duzione di trattati teologici in lingua araba. Queste opere, che risalgono ai primi secoli della dominazione islamica, hanno un gran- de valore ecumenico, perché superano di fatto le divisioni tra le diverse comunità e tradizioni cristiane. I primi trattati di teologia risalgono all’ VIII secolo. Ci sono poi commenti in lingua ara- ba della Bibbia, delle lettere degli apostoli e le preghiere liturgiche. Il primo codice di diritto canonico, che risale al XIII secolo, venne pubblicato a Damasco ed è tuttora in vigore nelle Chiese maronita e copta. La prima traduzione del Vangelo è del IX seco- lo, mentre le litanie del Re Davide, tradotte in versi a metà del secolo X dal vescovo an- daluso El Hafs Ibn El Ber , sono considerate una perla della letteratura araba cristiana. Nel campo della storiografia, la grande at- tenzione per la storia religiosa e civile mo- strata nei secoli precedenti dalle comunità siriache, greche e copte, proseguì poi con i cristiani arabi. Si distinsero Hunayn Ibn Ishak (809-873), un medico che scrisse una storia dell’umanità da Abramo sino all’av- vento dell’islam, e Ishak Ibn Hunayn (830- 910), autore di una storia della medicina. Oltre agli argomenti di natura religiosa, le opere degli autori arabi cristiani riguardano, fino al XIII secolo, le scienze. I traduttori cre- ano per le scienze mediche un vocabolario che la lingua araba non possedeva. Le ac- cademie di Damasco, Bagdad, Il Cairo, fon- date da cristiani, hanno dato un immenso contribuito alla costruzione del patrimonio linguistico e culturale arabo. Qui vennero tradotte dal siriaco in arabo le opere greche di medicina e di filosofia. “La prima opera scientifica in lingua araba fu un trattato di medicina scritto in greco da Ahrun, un sacerdote cristiano di Ales- sandria, e tradotta dal siriaco in arabo nel 683 da Masarjawayh, un medico ebreo di Basra, Iran. In Babilonia, sotto gli Abbas- sidi, la medicina era ancora insegnata in aramaico. Ibn Bakhtishu( +771) , medico nestoriano, chiamato da al-Mansur a Ba- gdad, fonda un ospedale di cui suo figlio( +801) diventa primo medico. Un giacobita, Yuhanna b. Masawayh (777-857), medico, traduttore e oftalmologo, scrive in arabo il primo trattato d’oftalmologia.(op. cit. pag. 276). L’orientalista tedesco Manfred Ullmann,
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