DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
78 L’IMPORTANZADELDIALOGO TRACRISTIANESIMOE ISLAM Ethnoland News - pag. 40 - 7 Alla scoperta dei punti di possibili contatti, nonchè delle condizioni per una migliore accettazione reciproca. Per un impegno concreto. di Giuseppe Samir Eid * In Europa è ormai visibile la presen za dell Islam: si tratta della conse guenza dei flussi migratori, che interessano i principali Paesi Occidentali, inclusa l’Italia. E’ perciò oppor- tuno accostarsi alla cul tura araba musul- mana per superare gli stereotipi ed evitare gli equivoci. Solamente da una conoscenza adegua ta e reciproca possono scaturire le pre messe per una convivenza pacifica e fruttuosa. Pochi sanno che nel Mediterraneo orienta- le, insieme con cento milioni di arabi musul- mani, vivono circa dodici milioni di arabi cri- stiani, che nei secoli hanno sempre svolto un ruolo importante nella vita dei loro paesi, e che in prospettiva potrebbero assumere un ruolo determinante di “ponte” fra le due civiltà, per contenere le contrapposizioni sempre più incalzanti - e talvolta preoccu- panti - fra le due rive del Mediterraneo. Valori comuni e differenze L’elemento base, da cui partire in rap porto ad orizzonti culturali diversi, è uno sforzo comune di reciproca cono scenza fra cri- stiani, ebrei e musulmani.Occorre che tutti i credenti si abituino a guardare alle altre fedi con l’atteggia mento di chi vuole scoprire i valori reli giosi e spirituali in esse racchiusi. Un comportamento, questo, che se verrà attuato nella sua giusta reciproci tà sia per il cristianesimo sia per l’islam, permetterà di scoprire, oltre alle diffe renze, anche i valo- ri comuni a queste due esperienze di fede. Senza minimiz zare ciò che distingue, ci scopriamo uniti nella professione del mono- teismo, nell’ascolto della parola rivelata da Dio per mezzo dei profeti, nella convinzio ne che il mondo abbia avuto un’origine e sia destinato a finire, la fede comune nella risurrezione, nel giudizio fina- le e nella ricompensa nell’aldilà, potrà es- sere il germe di un nuovo tipo di rapporti fra ebrei, cristiani e musulmani. Per favo- rire la reciproca collaborazione sono sorti da parte cristiana vari movi menti che si impegnano a fondo in quest’opera. Il dialo- go fra credenti non deve essere un’inizia- tiva unilaterale. Sarà una necessità meno sentita questa dai nostri fratelli musulmani. «L’approfondimento delle diverse tra dizio- ni religiose fa scaturire nuove energie per un destino comune degli uomini: le diverse religioni non divido no, ma portano nel pro- fondo a trovare il senso sacro dell’uomo», ha scritto A. Riccardi in La pace è possibile. Rapporto personale Radicati in queste convinzioni sarà allora possibile adoperarsi per la cosini zionc di occasioni concrete di dialogo e di vita in co- mune. Occasioni che privi legeranno il con- tatto personale, poiché è nel rapporto di- retto con l’altro che è possibile un incontro pieno che sappia andare al di là delle dispule teologiche. Una relazione da persona a per- sona, con i nostri fratelli musulmani, ci per metterà di confrontarci in concreto con le differenze e di scoprire a poco a poco nella collaborazione la giusta via. Così si può arri- vare a ritrovare su questioni pratiche, viste con gli occhi della fede, un gran numero di consonanze capaci di rinsaldare sempre di più il dialogo. Se tutto quanto detto finora è
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