DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

80 diffidenza e dall’incomprensione, vengono dall’ignoranza: ecco perché insistiamo sulla necessità di conoscere la varia e articola- la realtà del mondo vicino-orientale. Una realtà che va non solo studiata, ma anche difesa nella sua multiforme sostanza. Oggi circola in Occidente una funesta retori ca dell’appiattimento, dell’omologazio ne, dell’assimilazione: come se la diver sità fos- se, in se stessa, portatrice solo di incomprensione e di ostilità. E’ vero forse addirittura il contrario: e solo attraver- so la piena e cosciente accetta zione della propria identità (etnica, reli giosa, cultura- le) che s’impianta il con fronto: e che su di esso si costruisce un dialogo che non deve risolversi in forme di sincretismo livellatore bensì nel riconoscimento della complemen- tarità di ogni cultura nei confronti del mon- do e della storia. Amare gli altri attraverso se stessi: riconoscere gli altrii in se stessi: saper distinguere le tracce delle radici co- muni che ci uniscono agli altri e pertanto quell’unità profon da che esiste anche se, agli sguardi superficiali, può presentarsi come diversità. Questo ci sembra al giorno d’oggi importante». Stati occidentali e mon- do arabo Infine occorre capire che un rapporto di tipo nuovo tra mondo occidentale e mondo arabo non può non passare attra verso un contributo per il rilancio eco nomico, cultu- rale e sociale di questi paesi estremamente bisognosi di interscambio e di apporto tec- nologico da parte dell’Occidente. Un aiuto che deve maturare da parte dei governi occiden tali nella prospet tiva di autentico sviluppo delle popolazioni, senza la pretesa di costruire «cattedrali nel deserto» e sen- za cedere alla tentazio ne di creare in que- ste zone del mondo bisogni artificiali che vadano a rimpinguare i mercati dei paesi ricchi. In questo stesso ambito occorrerà far pressione sulle autorità dei paesi occi dentali affinché pretendano l’applicazione da parte dei paesi musulmani delle risolu- zioni dell’ONU per quel che riguarda i di- ritti umani, la libertà di culto e di coscienza, e l’uguaglianza fra i cittadini. Solo con un intervento di questo tipo sarà possibile far capire la distinzione fra un ordine socio-e- cono mico moderno e una prospettiva reli- gio sa, permettendo cosi di porre line all’e quivoco che porta a identificare l’Occidente con il cristianesimo. Aiutare i musulmani a comprendere e cogliere il significato di distinzioni come quelle tra religione e so- cietà, tra lede e civiltà, tra islam politico e fede musulmana, è più che mai necessario. Per questo occorre promuovere nel modo più appropriato tutti i movimenti che pro- pongono una democratizzazione del pae- se parallela allo sviluppo econo mico e del tenore di vita. In questo modo è possibile mostrare che si possono vivere le esigenze di una religiosità personale (ma anche co- munitaria) in una società in cui il pluralismo venga rispettato. E’ questa una premessa indi spensabile per la costruzione nei pae- si arabi di un clima di mutuo rispetto fra le diverse confessioni religiose senza alcuna discriminazione. Conoscenza reciproca, te- stimonianza personale, rapporti fra gli stati, su que sti tre livelli credo si giochi la possi- bili tà di un nuovo incontro fra le due spon de del Mediterraneo, nella consapevo lezza che l’attuale momento storico, con l’avvici- namento anche fisico di mentali tà tra loro tanto diverse, apre nuove frontiere nell’o- rizzonte del dialogo fra ebrei, cristiani e mu- sulmani, uniti nel cammino nel secolo XXI.

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