DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

88 PRESEPIO SI, PRESEPIO NO... In questo periodo prenatalizio in alcune scuole le anime si stanno scaldando sul tema: “Presepio si presepio no” con la scusa del rispetto verso i non cristiani, per “non offendere” i nuovi immi- grati in Italia. Premetto che i non cristiani sono sempre stati presenti nelle scuole ma il proble- ma si è posto sol tanto con l’arrivo dei musul- mani. Spesso chi pone il problema non sono i musulmani stessi ma proprio certi insegnanti, o per fare tendenza o perché s’illudono di favorire l’integrazione penalizzando tutto ciò che fa parte della tradizione cristiana. In nome del rispetto delle differenze e della tutela del le minoranze si ri nuncia a realizzare il presepio in classe du- rante il periodo natalizio, si scelgo no poesie o canti rigorosamente non religiosi per la recita di Natale, si chiede di togliere il crocifisso dai muri delle scuole, degli ospedali... Così, oltre che di- scriminare la larghissi ma maggioranza degli utenti della scuola, si impedisce di fatto ai musul- mani e a coloro che appartengono ad altre fedi di conoscere elementi essenziali della storria e della civiltà italiana che sono di natura cultu rale prima ancora che confessionale. Si tratta di for me di autocensura assolutamente dannose, che alimentano i conflitti anziché governarli e che denotano problemi di identità in chi se ne fa pro- motore. Il fattore religioso nei paesi arabi è parte integrante dell’identità dei popoli. L’indole e la tradizione delle popolazioni che abitano i paesi della fascia meridionale dell’area mediterranea le rendono parti colarmente sensibili al coinvol- gimento religioso. Un atteggiamento, questo, che possiamo comprendere meglio se prendia- mo in considerazione il fatto che rimerà società è impregnata di caratteri religiosi. I musulmani non si offendono alla vista del crocifìsso o del presepio o di qualsiasi forma possa prendere una cultura religiosa cristiana. Il Corano ricono- sce che Gesù è concepito da una vergine «eletta su tutte le donne del creato» senza l’intervento di un uomo. Dio, per mezzo di un angelo apparso sotto forma di uomo perfetto, annuncia a Marta «la buona novella d’una Parola che viene da Lui. il cui nome sarà il Cristo, Gesù figlio di Maria», ossia la nascita di un «fanciullo purissimo» che inse gnerà «il libro e la Sapienza e la Torah e il Vange lo». Nei paesi arabi i musulmani si fanno in quattro per iscrivere i figli nelle scuole cristia- ne dove esisto no naturalmente tutti i segni del cammino cristiano e nessuno si èmai offeso per questi emblemi. A mio parere, solo se è garan- tito un “nucleo duro” di base le comunità stra- niere possono amalga marsi, integrarsi con gli elementi fondativi. C’è un’identità di fondo dalla quale non si può prescìn dere per progettare nuove forme di società: essa però non è qualco- sa di fisso e immutabile nel tempoma una realtà in divenire che, pur conservando le sue carat- teristiche costitutive, è capace di integrare ele- menti di altre culture che siano compatibili con essa, di recepire e amalgamare le novità che in- contra sul suo cammino e di arricchirsi con esse. La convivenza va fondata mi valori e certezze, e se nascondiamo i cardini della nostra cultura, a quale integrazione potrà aspirare la scuola italia- na? Ci vuole sicuramente molto tempo perchè un’autentica integrazione possa realizzarsi, ed e certamente necessa ria una chiara volontà di accettare le regole da parte di chi arriva dall’e- stero, ma se la società ospitante non possiede un’idea chiara della propria identità non sarà capace di integrare, anzi, sarà spaventata dal nuovo nel quale vede una minaccia alla pro- pria sicurezza. Per questo i flussi migratori e la crescita dì comunità musulmane costituiscono un’autentica, verti ginosa sfida per la società italiana, che e costretta a interrogarsi sulla con- sistenza dì ciò che la costitui sce, a ritrovare le idealità e le ragioni profonde che la definiscono come collettività, come nazione, come comuni- tà umana. Facciamo in modo che la festa della Natività non diventi quella del panettone!

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