DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
94 TERRORISMO ISLAMICO E PREVENZIONE: UNA SFIDA 12-2004 Contributi originali AGO-SETT-OTT 2004 Terrorismo islamico e prevenzione: una sfida Giuseppe Samir EID (R.C. MILANO SUD-EST) Ho letto con interesse il panorama descritto da Farotti ottimamente sintetizzato nel nu- mero 5 di maggio. Vorrei offrire il mio con- tributo su alcuni aspetti della prevenzione appena sfiorati dall’Autore, ma che aiutano a completare la comprensione del fenomeno. Negli ultimi quarant’anni nelle società musul- mane si è verificata una fortissima crescita demografica, che ha portato a più del rad- doppio della popolazione. Questo è avvenu- to in aree geografiche che, se si eccettua una piccola minoranza privilegiata, sono caratte- rizzate da un livello economico molto basso rispetto a quello dell’Occidente, provocando le ondate migratorie verso l’Europa. Nonostante l’80% delle riserve dell’energia mondiali si trovino nei Paesi islamici, (arabi e non), il Pil o ricchezza prodotta dai Paesi arabi (200 milioni di abitanti), equivale sol- tanto a un quarto del PIL dell’Italia! (World dev. Report 1999/2000). Inoltre l’Islam‚ coin- volto nel maggior numero delle guerre non ufficiali in corso nel mondo (oltre due milioni di morti solo nel Sud n). Crescita demogra- fica, arretratezza economica e la debolezza del tessuto socio-culturale sono i principali motivi propulsori dell’ondata migratoria ver o l’Occidente divenuto, in modo particolare negli ultimi anni anche per la sua vicinanza geografica, un polo di grande attrazione per molti emigrati provenienti soprattutto dai Paesi arabi.La globalizzazione dei mezzi di comunicazione (TV, Internet) e la velocità dei mezzi di trasporto, che hanno ravvicina- to fisicamente i popoli rendendo ancora più evidenti le disuguaglianze, hanno generato uno stimolo al loro movimento ed al revan- scismo contro l’Occidente ricco, coloniali- sta rima, poi definito come sfruttatore delle ricchezze dei pi‚ poveri sotto la copertura dell’imperialismo economico. Per queste ragioni si prevede che l’andamento dell’im- migrazione in Occidente sarà in aumento fintanto che non ci sarà uno sviluppo cul- turale, economico e sociale nei Paesi con popolazioni povere che i governi dei Paesi più‚ ricchi non avranno attuato una politica di programmazione a lungo termine di aiuto economico mirato alle risorse umane. E’ da tener presente, inoltre, che l’indole e la tradizione delle popolazioni che abitano i Paesi della fascia meridionale dell’area mediterranea le rendono particolarmen- te sensibili al coinvolgimento religioso. Un atteggiamento, questo, che possiamo com- prendere meglio se prendiamo in conside- razione il fatto che l’intera società impre- gnata di caratteri religiosi. Basti pensare che ogni stato arabo a maggioranza musul- mana trae le leggi che disciplinano la con- vivenza fra i cittadini proprio dal Corano. „ stato dimostrato che una buona parte dei canali di finanziamenti al terrorismo pas- sano attraverso l’Occidente: questi vanno inariditi come specificato da Farotti. Vorrei aggiungere altri aspetti di prevenzione, non meno importanti, da svolgersi sia in Occi- dente sia nei Paesi islamici. PREVENZIONE DEL TERRORISMO IN OCCIDENTE Senza assolutamente voler assimilare ter- rorismo = Islam, i fatti hanno dimostrato che
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