DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

95 gli atti di terrorismo sono stati perpetrati da ambienti vicini, o che hanno frequentato, i luoghi d’aggregazione islamica: moschee, centri culturali o simili. Alcuni istigatori fanno leva sulla frustrazione, presente anche tra gli immigrati in Europa, in particolar modo quel- li che non sono riusciti ad integrarsi e sono stati trascinati nella violenza in nome dell’I- slam. Da ciò si capisce che i fattori religio- sio e culturali non possono essere trascurati nell’affrontare l’integrazione degli immigrati ed i problemi inerenti alla prevenzione. Alcu- ni movimenti costituiti su base religiosa isla- mica hanno in comune una visione antioc- cidentale ed intendono cambiare la società; credono di avere un modello di civiltà da of- frire, vogliono sostituirlo al nostro. Tanto più che dietro l’immigrazione islamica ci sono spesso Stati islamici che intendono servirse- ne per interessi politico-religiosi; da questo, l’importanza di affrontare il tema della convi- venza e dell’integrazione in Occidente. Per queste ragioni, i messaggi proposti dai centri islamici vanno monitorati dalle auto- rità. I messaggi sono di adesione ai valori fondamentali della società d’approdo senza rinunciare alla cultura d’origine? Di apertura al pluralis o culturale, tra un sistema di valo- ri, condiviso e giuridicamente definito, con tutte le componenti sociali? Il richiamo all’i- dentità islamica ‚ sempre compatibile con l’assetto giuridico e socioculturale dei Paesi europei? Le conseguenze sul comporta- mento di milioni di persone, sono intuibili. Da ci„ potrebbero nascere potenziali stati di conflitto che esigono di essere affrontati con la necessaria consapevolezza. … ne- cessario chiedere ai responsabili dei centri islamici, specialmente quelli non nati in Ita- lia, di manifestare con chiarezza la disponi- bilità all’integrazione e la lealtà alla società in cui si vive.Su questo punto‚ auspicabile un dialogo serio e costruttivo per prendere coscienza dei problemi che l’immigrazione musulmana pone. Il dialogo dovrà riguarda- re l’integrazione dei musulmani nel tessu- to delle società europee, cos† diverse per mentalità, costumi e valori, con la possibili- tà di una convivenza civile e serena tra tutti i cittadini.Spetta alle no tre intituzioni prepa- rare un progetto di integrazione che rispetti i diritti fondamentali di pratica religiosa per l’individuo nel rispetto dell’ordinamento costituzionale del nostro Paese. Il termine “integrazione” ‚ qui inteso come adesione ai valori fondamentali della società senza che si rinunci alla cultura d’origine. PREVENZIONE NEI PAESI ARABI E ISLAMICI Il senso di vittimismo ‚ uno dei mali dei po- poli arabi (povertà, sfruttamento, divisioni interne…) e loro debolezza di fronte ad un Occidente forte, ricco, e soprattutto cristia- no ed amico dei sionisti; fa da propellente al senso di frustrazione dilagante nelle masse abilmente manipolate. Constatiamo allo- ra che l’estremismo religioso, abbinato al sottosviluppo economico-culturale, riesce a coagulare ampi strati della popolazione, delusi dal mancato sviluppo economico e da riforme sociali sempre promesse dai governi cosiddetti socialisti e mai attuate. l’Islam è allora percepito come occasione di riscatto.Proprio per questo, l’accusa che viene più spesso avanzata nei confronti dell’operato dei governi arabi, alleati politi- camente all’Occidente, è di non seguire alla lettera gli insegnamenti del Corano e di ce- dere invece al compromesso con il mondo occidentale e con i suoi simboli esteriori. L’apporto delle Organizzazioni interna- zionali e dell’Occidente allo sviluppo eco- nomico va abbinato a quello culturale e sociale, con particolare riferimento ai con- tenuti dell’insegnamento scolastico e dei programmi televisivi e dei media. Esistono tra gli intellettuali arabi correnti che lottano contro ogni forma di violenza e per l’ugua- glianza fra i cittadini, senza distinzione di razza o religione e per affrancare la donna da tutti i dettami discriminatori esistenti nel- le leggi in ess re. Lo sviluppo della donna è

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