FAX – 2006
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La consulta, primo passo verso la sharia in Italia?
una mia amica musulmana si è trasferita da un paese arabo verso lo stato dell’Ontario in Canada per fuggire dalle discriminazioni insiti nella sharia contro le donne. Purtroppo nell’Ontario esiste una proposta di legge che consente di applicare la sharia ai problemi delle famiglie; cosi la mia amica in Canada è passata dalla padella alla brace grazie alla locale consulta. Il Presidente dell’UCOII il medico dott. Nour avendo dichiarato alla TV al ministro Turco che le leggi italiane si avvicinano (dovrebbero) piano piano alla sharia,non sarà che ci sia l’intenzione di strumentalizzare la consulta italiana come tentativo di un primo passo verso l’introduzione della sharia in Italia?
Rappresentanza
L’instabilità del medio oriente accompagnata dall’odio diffuso contro l’Occidente sono risultati i principali alimenti del terrorismo islamico, fonte di pericolo non soltanto per gli USA ma per tutto l’Occidente e per gli stessi governi dell’area mediterranea.
Questa cultura prevalente nella maggior parte dei cosiddetti centri culturali islamici in Italia, influisce non poco sugli immigrati che tendono a cimentarsi intorno a centri che ricorda loro gli ambienti di provenienza. La creazione di questi numerosi centri fa parte di una unica strategia che mira a voler erigersi a rappresentante dei musulmani di fronte allo Stato. La rappresentanza diventa di fatto un potere che influenza i legislatori ad introdurre leggi che discriminano di fatto la maggioranza del popolo musulmano in Italia che ha emigrato non solo per motivi di povertà ma anche per vivere il clima di libertà che i popoli dell’occidente sono riusciti a conquistare a caro prezzo. Vogliamo a questo punto lasciar che vengano re-introdotte leggi discriminatorie attraverso la parvenza di leggi per la libertà religiosa, portata avanti da certi nostri politici in combutta, forse senza saperlo, con chi voler erigersi in rappresentante dei musulmani in Italia? Siamo tutti cittadini italiani, soggetti alle leggi di questo paese che ci ha accolto, leggi che garantiscono di fatto la libertà religiosa senza necessità di mediatori.
Opinioni: la ricerca frenetica di un interlocutore per i musulmani.
Dico bene musulmani e non islam. Già il vaticano e la Cei hanno i loro canali con le autorità religiose islamiche, ma lo Stato deve rapportarsi con i suoi cittadini, residenti, clandestini e cos’altro, tramite le sue istituzioni e le sue leggi. Non concordo invece sull’identificare un interlocutore, anche italiano come Pallavicini, ad esclusione della problematica del 8 per mille, in cui non sono competente.
Le “issues” che vedo per identificare un interlocutore, oltre a quelli da lei già citati, sono a titolo di esempio:
• l’interlocutore dovrebbe rappresentare i musulmani o l’islam?
• ci sono interlocutori per ciascuna altra categoria di cittadini?atei, buddisti, ecc.?
• definire alcune eccezioni per i musulmani aprirebbe la strada a privilegi e discriminazioni a discapito degli altri cittadini non musulmani.
• Non è detto che i musulmani “non delle moschee” siano contenti delle eccezioni o privilegi che verrebbero concordati con un interlocutore ufficiale.
Identifichiamo i cittadini per la loro religione, pericolo di cadere nel razzismo
Pericolo che presto o tardi l’interlocutore diventi una leva in mano a stati stranieri, o ai suoi finanziatori. Come Lei immagina i musulmani fanno sempre riferimento alla Mecca come autorità morale, teologica o altro.(lo stesso per l’Azhar).
Pericolo di creare delle minoranze nello Stato: una situazione simile a quelli dei Dhimmis nei paesi musulmani, classificare i cittadini in base alla loro confessione: ma lo Stato non è laico?
Molti immigrati preferiscono non avere regimi discriminatorie, anzi sono fuggito dai loro paesi proprio per questa ragione.
Quale islam prendere come riferimento: le leggi sono applicate in modo diverse a secondo dei paesi e del governo del momento, non sono uguali in tutti i paesi.
La invito a fare riferimento alla situazione dei non-musulmani nei paesi arabi: noi in italia rischiamo di creare una situazione all’inverso.
Ecc.ecc.
Sperando di avere fatto cosa utile per la discussione dell’argomento in discussione.
Samir Eid Raccolte
Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.