Dialogo Islamico Cristiano

288 TRA IL DIRE E IL FARE ISLAMMODERATO 17 ottobre 2010 il 11:00 D.ssa Cecilia …..: la trasmissione di stamane domenica 17/10/10 molto interessante specialmente le interviste ai rappresentanti musulmani, non direi dell’islam. Sammakh da sem- pre coinvolto nel dialogo, Il mufti della Si- ria Hassoun è stato molto logico.ha anche detto che la pratica della religione è condi- zionata dalla cultura del popolo, sappiamo che questa è influenzata da i testi scolastici! Ma uno si chiede:nonostante i mufti siano dei leader religiosi riconosciuti rimangono sempre stipendiati dallo Stato e dal Gover- no (dittatore) in carica. Allora perché quel fossato tra parole, intenzioni, wishful thin- king, e la realtà? Me lo ha confessato Al Khatami alla Gregoriana: il fossato dipende da un problema politico e non religioso. Mi domando allora, ma se il religioso dipende dal politico? Un circolo vizioso sul quale la politica occidentale dovrebbe puntare con più incisione. martedì 26 luglio 2005 E' una parola vuota, non sense, inflaziona- ta dai nostri ministri. Nei paesi arabi l'islam segue la linea autorizzata dal proprio gover- no o del proprio finanziatore. Parlerei piut- tosto dei musulmani in Italia; una persona, cittadino come noi due, come tutti gli italia- ni soggetti alle leggi dello stato italiano. La maggior parte dei media eludono, coscien- temente o meno, la sostanza del problema, Infatti, sorvolano su un aspetto importante: la lealtà dei musulmani italiani o residenti e loro ospiti, verso lo Stato e le sue leggi. Faccio rimarcare che la maggioranza dei musulmani in Italia sono di provenienza Medio Orientale, cioè di cultura araba e ha trovato nella nostra democrazia un ga- rantismo e una libertà che non ha avuto nei paesi di provenienza. Ci si domanda: vogliono vivere in Occidente importando usi, costumi e culto come praticato nei pa- esi arabi? In due parole: Lo Stato e le sue Istituzioni dovrebbero applicare le leggi e farle ri- spettare. I tentennamenti giocano a favore di chi le vuole violare oppure creare il suo spazio di privilegi.

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