047 - MARE NOSTRUM E IMMIGRAZIONE

ALDAI – 29/10 – 2014

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Ci rende onore il fatto di aver salvato migliaia di vite umane in fuga dalla riva sud del Mediterraneo. Ci fa ricordare che tra il 19mo e il 20mo secolo milioni di europei erano emigrati verso l’africa dove si sono stabiliti contribuendo sostanzialmente allo sviluppo economico e culturale dei paesi africani ma senza essersi radicati nel tessuto sociale si sono trovati poi espulsi, costretti a ritornare nei loro paesi di origine.
Dopo la seconda guerra mondiale i paesi africani hanno avviato una forte campagna di sviluppo demografico con il risultato nel’arco di cinquant’anni di triplicare il numero dei loro abitanti ma di un cresciuto impoverimento in quanto lo sviluppo demografico non è accompagnato da una crescita economica adeguata. Nello stesso periodo l’Europa è cresciuta economicamente con una popolazione più anziana demograficamente stabile creando un divario che i giovani africani cercano di colmare; basta pensare che il PIL dell’Egitto non supera quella della sola provincia di Milano.

Promozione culturale e tecnologica
Certo é che l’Europa e l’Italia in particolare ha interesse per un M.O. e Nord Africa stabili, ma un siffatto obiettivo é possibile col promuovere lo sviluppo tecnologico, garantendo il flusso del petrolio, mettendo freno all’emigrazione, creando un clima di fiducia tra le popolazioni e realizzando la sicurezza delle frontiere concordate e riconosciute. L’Africa del Nord e il Medio Oriente rappresentano un mercato di oltre trecento milioni di abitanti a poche ore dell’Italia ma che riceve poca attenzione d’investimento al di fuori del campo dell’energia. E necessario sviluppare una strategia per favorire l’espansione della nostra media impresa verso questi mercati con un ritorno proficuo per gli attori in termini di sviluppo dell’area di scambio, della società africana in questo caso araba, e di ritorno sull’investimento effettuato.
A livello politico è importante che l’Occidente, negli scambi tecnologici o di mercato, sappia unire scambi culturali con criteri di reciprocità alla effettiva promozione nel paese dei valori di libertà civile e religiosa per tutti senza discriminazione alcuna e che, al riguardo, vi sia una intensa opera di monitoraggio.

Immigrazione

Oggi nelle nostre città sono concentrate varie etnie ognuna con le sue abitudini e credenze ciascuna inclina a pretendere eccezioni nelle disposizioni di legge dello stato per consentire ad una data categorie di far sopravvivere il vivere sociale del paese di origine, col rischio di creare tensioni o situazioni di miglior favore tra le differenti componenti sociali. L’immigrazione degli arabi, cristiani e musulmani, ci ha fatto prendere coscienza dell‘identità di fondo e dei valori sui quali la nostra civiltà si è sviluppata ma ai quali molti di noi si sono assuefatti; lo considero un esempio della ricchezza che può essere generata dalla globalizzazione. Una ricchezza che può realizzarsi offrendo alla persona immigrata dignità e l’opportunità di uno sviluppo umano per una integrazione propositiva, in contrasto con l’esclusione. Inclusione invece non può voler dire spostarsi un po’ per far posto anche all’altro, a qualsiasi altro. Vuol dire costruire con la ragione un quadro di valori umani, una cornice del bene comune e dentro questa cornice far posto a chi la condivide, pur se di religione o di cultura diversa. Senza di ciò non si dà vera inclusione. Questo compito è eminentemente politico e la politica che se ne volesse esimere, limitandosi ad accogliere senza includere, non svolgerebbe il proprio ruolo.

Religione e identità
Religione e stato civile dei popoli mediterranei sono indissolubilmente legati all’identità della persona; il cittadino arabo, cristiano o musulmano, sente la sua identità religiosa in modo prioritario rispetto alla sua fedeltà politica stabile. L’orizzonte mentale e culturale delle popolazioni è un orizzonte religioso. Le religioni quindi sono elementi fondamentali delle comunità nazionali. Si può affermare ad esempio che l’elemento unificatore delle popolazioni arabe risulta essere quello religioso, vale a dire la comune religione islamica all’interno della quale s’inseriscono alcune differenziazioni. Provengono da paesi con leggi che privilegiano i cittadini musulmani rispetto agli aderenti ad altri credo religioso formando dei pregiudizi mentali nei giovani che approdano in Europa dove prevale l’uguaglianza di diritti e la non discriminazione tra i cittadini.
E’ indispensabile chiedere al mondo arabo di lavorare sull’educazione, sui media, sui libri di testo nelle scuole e perfino invitare a questa linea educativa e di pace, gli imam e predicatori che hanno in mano il formidabile strumento delle prediche nelle moschee , dove sarebbe opportuno proclamare anche i versetti del Corano che sottolineano “la volontà di Dio verso la pluralità religiosa e l’impegno nel gareggiare nel bene nella Misericordia di Dio.” La migliore risposta all’estremismo è creare un fronte internazionale unito che si appoggi su standard universali di libertà di credo e religione parte integrante dell’identità dell’individuo. Occorre un cambiamento radicale nella formazione dei cittadini, un problema di cultura, allo scopo di far comprendere a tutti di essere uguali e che la violenza è intollerabile.

Media, Communicazione e Dialogo interreligioso
Bisogna adoperarci affinché i musulmani riescano a cogliere la distinzione tra religione e società, fede e civiltà, islam politico e fede musulmana. E stato proprio il Cardinale Martini, a favorire il “dialogo” tra le diverse culture e religioni, a favorire questo dialogo tra due persone che hanno qualcosa da dirsi.
Mi auguro che ogni Comunicatore religioso e non, musulmano o altro si senta impegnato ad essere infaticabile e strenuo difensore della dignità della persona umana e dei suoi inalienabili diritti; bisognerebbe trovare il modo di fare passare questo ideale nella formulazione delle leggi degli stati e che i buoni propositi scambiati a livello alto raggiungano il popolo pena che rimangono veramente in alto.

Come socio ALDAI intendo fare giungere la mia voce affinché gli organismi politici unitamente al Parlamento Europeo si facciano sempre promotori efficaci di giustizia, libertà e pacifica convivenza fra le popolazioni dell’area mediterranea attuando le dovute strategie.

Giuseppe Samir Eid
Pensionato ALDAI

Samir Eid Raccolte

Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio.

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