L’Oasi Agende – pag. 89 – 12-1998
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Lasalliani di cultura araba, un sogno?
Le invio il mio contributo al ruolo degli Ex Lasalliani nel contesto dell’apertura della relazione con la Libia.
Il ripristino delle relazioni ufficiali tra L’Italia e la Libia potrebbe aprire orizzonti nuovi al movimento Lasalliano in termine di dialogo e reciproca conoscenza delle culture delle due sponde del mare Mediterraneo.
Sino ad un tempo non troppo lontano la missione educativa dei Fratelli era indirizzata principalmente verso la comunità straniera e più specificatamente gli italiani, in un paese di cultura araba, la Libia. Le condizioni di vita imponevano l’approfondimento ella cultura della Madre Patria mentre alla cultura e tradizioni del paese ospitante non era dato il peso che meritavano.
Il fenomeno delle migrazioni sta trasformando l’Italia e l’Europa in senso lato in una società multiculturale, dove convivono persone di lingue, religioni e culture diverse. L’islam, in particolare, è una realtà sempre più presente, anche se per molti aspetti ancora poco conosciuta.
Lo spessore della civiltà che si accompagna alla tradizione religiosa musulmana è di tale ampiezza da raggiungere piena visibilità anche nella condizione di minoranza in una terra di immigrazione dove moschee e centri isl mici coesistono con una popolazione a maggioranza cristiana.
L’affascinante scenario che si profila ai nostri occhi è quello degli esiti ai quali approderà la relazione fra la cultura occidentale e la cultura dell’immigrazione musulmana, prevalentemente araba ma non solo. Esiti sicuramente non scontati che ognuno vorrebbe positivi e costruttivi; ma, perché tali si verifichino, nessuno si nasconde la necessità di un forte lavoro di preparazione e promozione.
Ex allievo del Collegio Saint Marc di Alessandria d’Egitto ritengo che gli ex-allievi Lasalliani della nostra generazione, quella con i capelli grigi (o senza come nel mio caso), hanno un obiettivo di servizio verso il paese ospitante mettendo a profito le nostre capacità di creare un ponte tra le due rive del mediterraneo cioè tra il mondo arabo e l’Europa; Fratelli così vicini ma che non si conoscono.
L’ideale comune prodigato nelle scuole des Frères è il combustibile o lo spirito che ispirerà coloro che vorranno trascinare i compagni verso un obiettivo che loro stessi si prefiggeranno.
Ci auguriamo di far incontrare l’islam agli europei senza pregiudizi e senza romanticismi, nella sua realtà, nella coscienza del fatto che l’islam è una religione che aiuta l’uomo a vivere in società con gli altri. Per noi cristiani non è una religione rivelata ma ha una sua grandezza che merita di essere conosciuta per se stessa, senza il confronto con il cristianesimo con il quale, dobbiamo ammetterlo, esistono anche dei nodi critici, non superati e che sono stati evidenziati nel libro che segnalo*.
Mette conto segnalare il ruolo di informazione che possiamo svolgere tenuto conto della crescita dei matrimoni misti islamo-cristiani e che il cristianesimo è sconosciuto nel mondo musulmano o ne ha una visione deformata. In questo quadro s’inserisce il nuovo ruolo che potrebbero svolgere i Fratelli in Libia in un prossimo futuro lo spero: promuovere lo spirito e i metodi didattici Lasalliani a favore dello sviluppo di alunni indigeni, in questo caso Libici, formando una generazione di Lasalliani di cultura araba con apertura culturale verso il mondo che li circonda. Con amicizia
Giuseppe Samir Eid
* L’Islam: Storia, Fede, Cultura. Editrice la Scuola di Brescia, Autori: Crespi-Eid.
Samir Eid Raccolte
Intendono fornire gli strumenti per una inclusione sociale del flusso migratorio, gettare una luce sui diritti umani e la condizione di vita dei cristiani nel mondo islamico da cui proviene l’autore.La conoscenza dell’altro, delle diversità culturali e religiose sono ingredienti primari per creare la pace nei cuori degli uomini ovunque, premessa per una serena convivenza e convinta cittadinanza sul territorio