DIALOGO ISLAMO CRISTIANO

185 religione e stato civile dei popoli mediterra- nei sono indissolubilmente legati all'identità della persona; il cittadino arabo sente la sua identità religiosa in modo prioritario rispetto alla sua fedeltà politica. Nonostante la presa di distanza delle principali autorità religiose, i fomentatori di disordine e oggi i tagliatori di teste nel medio oriente fanno leva su alcuni versetti del corano per giustifica- re le loro azioni con l'impronta religiosa. Povertà, ignoranza, revanscismo con- tro ex colonizzatori, mancata integrazio- ne nella società, sono tutti ingredienti per diventare prede alla violenza. Sino ad epoca recente non c’era questo ventaglio di incrocio di culture che riscon- triamo oggi in un dato territorio . Infatti, sino alla seconda guerra mondiale le re- gioni del globo erano abitate da popoli in un dato territorio, relativamente omoge- nee, legate da un denominatore comune: cultura, religione, credo, abitudini. Paesi di lingua e cultura araba con credo islamico di maggioranza, Europa e l’Occidente cri- stiani, ecc. ciascuno abbastanza uniforme al suo interno, privo della spinta a rivolu- zioni causate dalla diversità così come è stato il caso degli armeni in Turchia. Si può affermare ad esempio che l’elemento unificatore delle popolazioni arabe risulta essere quello religioso, vale a dire la co- mune religione islamica all’interno della quale s’inseriscono alcune differenziazioni. Non consto di popolazioni arabe senza un credo, senza religione. Internet, libera circolazione, emigrazione La facilità di spostamenti e la libera circo- lazione di idee attraverso internet, tele- visioni, media e simili hanno spinto molti strati di popolazioni verso l’Europa alla ri- cerca di miglioramenti economici e stabili- tà politica. Le tecnologie hanno creato una vicinanza di popoli molto diversi tra loro e non c’è da stupirsi se la libertà di espres- sione, di credo o di opinioni troveran- no sempre qualche organismo che si considera offeso e giustificato ad usare la violenza per im- porre la sua visione. E’ con vivo ramma- rico che queste ri- torsioni siano rivolte quasi sempre contro cittadini o istituzioni occidentali in nome della propria religione. Dobbiamo consta- tare invece che non si riscontra ritorsioni contro gli stati islamici dove la fede dei non musulmani, libertà, opinioni, sono di- scriminati sempre a nome di identità e fedi religiosi. Queste situazioni contrapposte ci devono far riflettere e solo dopo aver rico- nosciuto obiettivamente i problemi si potrà ragionare insieme alla loro soluzione. Lo ha auspicato recentemente il Presidente Egiziano davanti all’assemblea degli ule- mas dell’Azhar al Cairo. In fatti l’insegna- mento attuale nelle facoltà di teologia isla- mica parte da una lettura del Corano che è letteralista secondo cui il testo sacro dell’i- slam non è semplicemente ispirato bensì dettato da Dio a Maometto “è disceso su di Lui dal cielo”. Sono riflessioni che offro per ragionare sulla vera natura della sfida e quali rime- di concordare. Evidente che la migliore risposta all'estremismo è creare un fron- te internazionale unito che si appoggi su standard universali di libertà di credo e religione, parte integrante dell’identità dell’individuo.

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