DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
245 no, filosofo, santo, dottore della Chiesa ma è stato minacciato e ha dovuto fuggire! Il cardinale Martini è stato un precursore della via del dialogo in uno spirito di verità e di rispetto; per dialogare ci vuole essere in due e nel mondo islamico c’è una profonda ignoranza, direi antagonismo, della nostra fede purtroppo non è stato ascoltato dalle autorità politiche. (allegato 7). Infine sono d’accordo con la sua conclusio- ne, un’esperienza di vita quotidiana pro- pugnando i nostri valori ai nuovi immigrati prendendo coscienza del‘identità di fondo e dei valori sui quali la nostra civiltà si è sviluppata ma ai quali molti di noi si sono assuefatti. Per instaurare il dialogo tra due mondi finora separati culturalmente è ne- cessario che da ambedue le parti si faccia lo sforzo (la Ightihad) di riscoprire ciascuno la sua identità. Cogliere ogni occasione per proporre una copia del vangelo a chi non ha mai avuto l’occasione di conoscerlo se non attraverso il corano; d’accordo che dobbia- mo cogliere ogni occasione per avvicinare e coinvolgere il musulmano, la persona la famiglia, con le nostre iniziative. (allega- ti7,8). Non voglio annoiarla oltre e mi perdonerà la franchezza dovuta forse al mio vissuto nel mondo dell’islam. Dal suo articolo tra- spare il suo vivo interesse per l’argomento, mi ha spinto d’allegare alcune schede che illustrano il mio pensiero. Con molta cordialità, Giuseppe Samir 22/3/2010 Carissimo signor Giuseppe, sono molto onorata che una persona così colta e pre- parata come Lei, abbia voluto fermarsi a commentare il mio articolo sul Bollettino. Sicuramente Lei è maggior conoscitore di me del mondo islamico, però posso rispon- dere anch'io ad alcune osservazioni. Per quanto riguarda la comune origine dal padre Abramo, questa è un'affermazione che ho tratto integralmente dalla lettera di Martini e indubbiamente un'origine comu- ne dei popoli viene sottolineata dallo stes- so antico testamento. La fede cristiana ha sviluppato un concetto trinitario, peraltro non originale perchè lo ritroviamo in forma ben più antica nella Trimurti indiana, che il Corano non ha, però bisogna anche consi- derare il linguaggio di ciascun libro adattato a chi lo doveva ascoltare e come lei ben sa i testi vangelici sinottici sono stati comunque rielaborati successivamente ad opera di co- munità già più evolute e magari di matrice greca che possono aver sviluppato concetti che magari i semplici discorsi orali di Gesù non riportavano. Per quanto riguarda il fatto che il Cora- no non parli d'amore, la invito a leggere in allegato quell'interessante documento che è stato inviato a Ratzinger da 138 illu- stri esponenti dell'Islam attuale, che forse Lei conoscerà già, in cui si approfondisce questo concetto trattandolo in contempo- ranea sul testo islamico e sui testi cristiani. Purtroppo l'interpretazione dei testi sacri si modifica a seconda degli occhi che la stu- diano e , per le ovvie ragioni economiche di cui ho già detto, le correnti integraliste islamiche hanno sottolineato i passaggi più utili ai loro scopi di incitamento alla violen- za. Ma se dovessimo andare a scorrere nel minimo dettaglio in special modo la Bibbia, anche noi rimarremmo sconcertati dalla violenza e della efferatezza di certi passaggi ( vedi allegato La Bibbia e il Corano)! Io mi auguro proprio che la religione cessi di essere strumentalizzata per scopi politici e torni ad essere quel nutrimento dell'anima che è la sua vera origine e forza. Il dialogo col mondo musulmano moderato si potrà fare nel momento in cui le condizioni eco- nomiche degli strati più poveri delle popo- lazioni verranno migliorate e la gente non avrà bisogno di credere che solo attraverso una guerra fratricida si potrà ottenere una vita migliore. Certo è che l'Occidente si è
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