DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
255 guardante la famiglia e le successioni, cioè lo statuto personale, e non tutti allo stesso modo. Il punto cruciale che voglio far notare ai no- stri responsabili, è di fare ]a differenza tra una richiesta per aderire ad un imperativo religioso e altre che riguardano usi e co- stumi prevalenti nel mondo islamico, e più precisamente quello arabo fonte principale dall’ immigrazione musulmana. A me sem- bra che le singole richieste riguardino nor- me di vita prevalenti nei paesi del Golfo e siano meno comuni in altri paesi arabi: Meshraq, Egitto 0 Tunisia. Senza entrare nel merito delle singole ri- chieste, (foulard, chador, mense, ginnasti- ca, studio della lingua materna - arabo () ebraico o filippino o indonesiano 0 cinese-ì), alcune delle norme citate nel suo articolo non sono in vigore nei paesi arabi, se non soltanto negli ultimi vent’anni, e non in tut- ti gli ambienti sociali. Più precisamente, sono più comuni negli ambienti rurali che nelle città. Ho passato gli esami di maturità classica egiziana, & fianco di coetanei d'am- bedue i sessi, poi l‘università organizzava viaggi per studenti senza distinzione di ses- so (ovviamente in camere separate) e non ricordo neanche un caso di chador. Nessu- na importanza era data ad un foulard isola- to ‘.ta di una ragazza (lo chador è un’altra cosa). Le gare sportive all’università liste. Non per questo erano meno musulmani., 0 meno praticanti., anzi. Concordo pienamente che la scuola è il luogo ideale per l’integrazione dei gio- vani ati nella società che hanno scelto di condividere, per imparare lingua cultura, , perché no, conoscere i principi della re- ligione cristiana predominante nel Àdott- ando e vivendo le regole e le norme del paese d’adozione, pur senza are alla pro- pria identità, si previene la formazione di ghetto che diventano le ad orologeria degli anni futuri. Proseguendo sul tema della convivenza le segnalo un mio libro sull'immigrazione de- gli arabi, cristiani e musulmani, nel nostro paese. (Cristiani e musulmani verso il 2000 nvivenza possibile). Editoriale libri Paoline. Io stesso egiziano di nascita, italiano d'a- dozione, economista d’impresa, ho voluto : la mia esperienza internazionale al ser- vizio dell’llalia allo scopo di ravvicinare i popoli delle due rive del Mediterraneo. I sempre più numerosi casi di matrimoni inter-religiosi con figli soggetti al rischio di : la madre in caso di separazione, o di rientro del congiunto nel suo paese ne, è uno dei tanti aspetti ai trattati dal mio libro. Constatando che le nuove generazioni sono impreparate culturalmente di fronte alle : d’immigrazione dei “diversi”, ho voluto far conoscere alla nostra società aspetti scono- sciuti del rapporto tra due popoli di culture e religioni di fferenti, cosi ma che non si co- noscnno. Fratelli che non si conoscono ma potrebbero amarsi. Il fenomeno delle migrazioni sta trasforman- do l'Italia e l'Europa in senso lato in una ìmult- iculturale, dove convivono persone di lingue, religioni e culture diverse. n, in paflicolare, %: una realtà sempre più presente, anche se per molti aspetti lp000 conosciuta. Allo scopo segnalo il libro: L’Islam: Storia, Fede, Cultura. ice la Scuola di Brescia. Autori: Crespi-Eìd. La libertà d'opinione e di scelta in Europa po- trebbe presentare un'occasione per i mani facilitando la riflessione e la discussione per anteporre la conversione interiore alle proi- bizioni. Sono disponibile ad approfondire l'argomen- to come servizio al mio paese d‘adozione, e nell'attesa di un cortese riscontro, porgo i migliori saluti.
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