DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
27 evolversi: una nuova ondata di cristiani, cer- cando rifugio in Occidente per fuggire inva- sioni e guerre incessanti, ha portato con sé i propri tesori culturali e scientifici, che sono stati i semi del Rinascimento in Occidente. Fu infatti opera dei cristiani arabi e degli ebrei il grosso lavoro di traduzione che si estese dalla Spagna a tutta l’Europa. E fu attraverso queste traduzioni che San Tommaso scoprì la filosofia di Aristotele. C’è stato poi un terzo Rinascimento, quello della cosiddetta cultura araba, che languiva sotto il dominio turco e stava per estinguersi. Essa ha di nuovo pre- so vita per mano della minoranza cristiana, grazie in particolare alla scoperta della stam- pa, da essi per primi introdotta in Libano. Nel frattempo il viceré Mehemet Ali (il Kedive) aprì le porte dell’Egitto agli stranieri. Nume- rosi siro-libanesi accorsero, distinguendosi particolar mente nel commercio e nel gior- nalismo sino all’ascesa al potere di Nasser. Vogliamo a questo proposito ricordare che il primo giornale in lingua araba, Al Ahram, fu fondato da due fratelli cristiani, Bichara e Selim Tak-la. Patrimonio culturale Per far conoscere questi autori, che si con- tano a centinaia, è stata creata la Collana Patrimonio Arabo Cristiano. Un comitato di esperti presieduto da un arcivescovo melkita, Neophytos Edelby di Aleppo e dal gesuita P. Samir Khalil, dell’Università St. Joseph di Beyrut, in Libano, sta preparando la traduzione e la pubblicazione di un gran numero di testi originali e di testimonianze, scritte nel passato da ara bi cristiani, che ne formeranno il catalogo. Dalle ricerche di questi esperti si contano, sino alla metà del XIX seco lo, non meno di 2000 autori cristia- ni arabi, con circa 20.000 opere; soltanto il 10% di queste sono state pubblicate: tutto il resto è rimasto ancora a livello di ma- noscritti. La nuova Collana vuole, dunque, riscoprire questo tesoro di una ricchezza in- finita. In breve, ci si prefigge di raccogliere l’eredità araba dei cristiani, prescindendo dal contenuto e dalla comunità di apparte- nenza. Lo scopo ultimo è triplice. In primo luogo, culturale e scientifico: far conoscere agli arabi stessi e agli arabizzati tutta una fascia della cultura araba, generalmente ri- masta sconosciuta fino ad oggi. In secondo luogo religioso: aiutare i cristiani orientali a ritrovare le fonti del loro pensiero di fronte alla tendenza ad ignorare questa tradizione araba, ed avviare un dialogo fra cristiani e musulmani arabi radicato nella loro comune tradizione araba. Infine sociologico: mettere in luce il ruolo non indifferente dei cristiani nell’elaborazio- ne della civiltà araba, e con questo aiutare cristiani e musulmani a riconoscersi come membri di una stessa e unica società. E’ chiaro che la dimensione “dialogale” è presente a tutti i livelli: dialogo fra musul- mani e cristiani, dialogo dei cristiani tra di loro, dialogo fra le culture. Ci sembra che lo scopo principale di questa Collana, per il momento, sia quello di far prendere co- scienza ai cristiani appartenenti alle diverse comunità del Medio Oriente del loro pieno e totale inserimento nel mondo culturale ara- bo, di inculcare la fierezza del loro immenso patrimonio culturale e di unirli, lontano da ogni confessionalismo, in uno sforzo comu- ne di carattere profondamente cristiano. Il carattere ecumenico di questa Collana è evidente. I cristiani arabi di oggi vi trovano la testimonianza dei loro antenati. D’altro canto, il lavorare insieme per pubblicare il Patrimonio Arabo Cristiano, costituisce uno sforzo molto importante dei cristiani arabi in quanto tali, senza distinzione confessio- nale, e una franca collaborazione fra tutte le Chiese Orientali cristiane. Dunque ecume- nismo nei testi scelti e nello sforzo comu- ne di pubblicarli. Lo scopo ultimo ma non meno importante è quello, per i cristiani, di riscoprire la loro identità araba a dispetto delle discriminazioni in atto, ad aver fede e speranza per non ingrossare i ranghi di quanti hanno abbandonato le loro terra na- tiva per emigrare verso l’Occidente.
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