DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
33 CONOSCERE L’ISLAM Popoli 12-1994 Ospitiamo volentieri delle precisazioni, pro- poste da un nostro parrocchiano, Giuseppe Samir Eid (*), cristiano di origine araba, re- lative ad alcuni termini e concetti molto at- tuali sulle problematiche con l’Islam. La legge islamica, oggi Tutti gli Stati arabi, ad eccezione del Liba- no, hanno la shariah come unica fonte del loro ordinamento giuridico. Questa legge religiosa islamica condiziona la vita del pa- ese, delle famiglie, delle persone, e dunque permea i paesi islamici e i centri islamici (in Italia o altrove) dove gli immigrati arabi mu- sulmani si aggregano. Secondo il Corano gli uomini si dividono in tre categorie: i musul- mani, la gente del libro (ossia gli ebrei e i cristiani), tutti gli altri. Nei paesi arabi, per alcuni aspetti, la si- tuazione giuridica dei non musulmani non è uguale a quella dei loro concittadini mu- sulmani. Infatti, le leggi che riguardano lo status personale (leggi che regolano la vita sociale tra gli individui) sono diverse rispet- to alle norme vigenti in Europa e in Italia. I paesi arabi applicano della shariah soltan- to la parte riguardante la famiglia, la donna, la libertà religiosa e le successioni. Fanno eccezione Arabia saudita e Sudan, che la applicano integralmente, in tutti i campi ci- vili e penali. Afghanistan e Iran sono paesi musulmani ma non sono considerati paesi arabi. I punti di contrasto più eclatanti con la cultura occidentale, che potrebbero farci capire le diversità di reazione e di atteggia- mento degli immigrati in Italia, riguardano: la fonte divina della legge coranica, la liber- tà di scelta religiosa, l’uguaglianza tra i cit- tadini e i diritti della donna. I Fratelli musulmani Sono molto presenti nelle mada’ress, pun- tano all’instaurazione di uno stato fondato sul Corano e la Shariah, e, in Europa, cer- cano di ottenere il riconoscimento di uno statuto giuridico, su base confessionale, da applicare alla comunità islamica che sia il più vicino possibile alla Shariah. La mentalità anti-occidentale è molto dif- fusa tra i musulmani e continua ad esse- re coltivata colpevolizzando gli Stati Uniti (l’occidente, assimilato in genera al mondo cristiano, in particolare) per la propria ar- retratezza economica e tecnologica e per l’appoggio dato alla costituzione dello stato d’Israele. I musulmani possono convivere in Europa? Per avere una risposta è necessa- rio chiedere agli Imam (coloro che guidano la preghiera nelle moschee), specialmente quelli non nati in Italia, di manifestare con chiarezza la disponibilità all’integrazione e la lealtà alla società in cui si vive, altrimenti si permane in una pericolosa ambiguità. Su questo punto è auspicabile un dialogo se- rio e costruttivo per prendere coscienza dei problemi che l’immigrazione musulmana pone. Il dialogo dovrà riguardare l’integra- zione degli islamici nel tessuto delle società europee, cosi radicalmente diverse dall’i- slam per mentalità, per costumi e per valo- ri, e la possibilità di una convivenza civile e serena tra italiani e musulmani. Dialogo interreligioso: Come si posiziona il dialogo proposto dal Papa? Secondo il parere di un responsabile della Caritas, gesuita arabo in prima linea sul dialogo interreligioso nei paesi islamici, si deve partire dall’azione sociale e dalla te- stimonianza; la promozione dei valori uma- ni è la sola base per creare una società mul- tietnica e pluri religiosa. Irradiare l’amore di Cristo attraverso la testimonianza della vita, la solidarietà e l’accoglienza. In questo iti- nerario la donna assume un ruolo di primo piano, insieme alla formazione umana, per riflettere, musulmani e cristiani, su una car- ta etica comune per cambiare i pregiudizi
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