DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
45 7. Stati occidentali e mondo arabo Un rapporto di tipo nuovo fra mondo occi- dentale e mondo arabo non può non pas- sare attraverso un impegno per il rilancio economico, culturale e sociale di paesi estremamente bisognosi di interscambi e tecnologie occidentali. E’ una prospetti- va, questa, che deve essere perseguita da parte dei governi occidentali. Va favorito insomma un autentico sviluppo economico dei paesi del Sud del Mediterraneo, senza cedere alla tentazione di creare bisogni arti- ficiali ad esclusivo beneficio dei paesi ricchi. In questo stesso ambito occorrerà far pres- sione sulle autorità dei paesi occidentali af- finché pretendano l’applicazione da parte dei paesi musulmani delle risoluzioni dell’O- NU per quel che riguarda i diritti umani, la libertà di culto e di coscienza, l’uguaglianza fra i cittadini. Solo con un intervento di que- sto tipo sarà possibile far capire la distinzio- ne fra un ordine socio-economico moderno ed una prospettiva religiosa, ponendo così fine all’equivoco che porta ad identificare l’Occidente col Cristianesimo. Aiutare i musulmani a comprendere la ne- cessaria distinzione fra religione e società, fra fede e civiltà, fra islam politico e fede musulmana, è oggi più che mai necessa- rio. Per questo occorre aiutare nel modo più appropriato tutti quei movimenti che lottano per la democrazia e lo sviluppo economico. In questo modo sarà possibile infatti mostrare che si possono vivere le esigenze di una religiosità personale (ma anche comunitaria) in una società in cui il pluralismo venga rispettato. E’ vitale, in più, sostenere concretamente coloro che lotta- no contro l’integralismo e contro ogni for- ma di violenza, e incoraggiare le voci che reclamano l’applicazione della sharia nel contesto odierno lontano del letteralismo apatico nelle condizioni storiche del mondo arabo quale esso esisteva un millennio fa. E’ questa una premessa indispensabile per la costruzione nei paesi arabi di un clima di mutuo rispetto fra i Credenti nel’ Unico Dio senza alcuna discriminazione. Conoscenza reciproca, testimonianza per- sonale, rapporti fra gli stati: su questi tre livelli si gioca la possibilità di un nuovo in- contro fra le due sponde del Mediterraneo. Solo così cristiani , musulmani ed ebrei esploreranno le nuove frontiere del dialogo, incamminandosi uniti nel XXI secolo.
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