DIALOGO ISLAMO CRISTIANO
93 tere musulmano. Saddam Hussein aveva come Ministro degli Affari Esteri un cattolico, Tarik Aziz, oggi prigioniero degli americani. Fondatore del Baath, il partito nazionalista arabo del quale si reclamava Saddam, il cri- stiano siriano Michel Aflak è stato costretto a convertirsi all’Islam quando si è rifugiato in Irak negli anni ’70. ARABIA SAUDITA Il cristianesimo e l’ebraismo sono proibiti nel regno, col pretesto che la penisola ara- bica, terra santa dell’Islam è analoga a una moschea. Gli ebrei non possono ottenere dei visti di entrata, a meno che non abbiano un passaporto diplomatico. I cristiani stra- nieri come diplomatici, uomini d’affari non possono celebrare il loro culto se non in pri- vato. Il proselitismo comporta l’espulsione immediata se si tratta di uno straniero, e la morte se si tratta di un Saudita o di un citta- dino residente in un paese musulmano. PAESI DEL GOLFO, YEMEN I cittadini non possono praticare un’altra religione diversa dall’Islam; le minoranze, prima numerose, sono state progressiva- mente espulse. Gli stranieri (compresi i re- sidenti permanenti) sono autorizzati a pra- ticare il cristianesimo in privato. Qualche famiglia ebrea autoctona gode dello stesso privilegio nel Bahrein e nello Yemen. IRAN Ufficialmente, la popolazione cristiana non raggiunge lo 0,2%. Certe volte si stima lo 0,5%. Trattata bene sotto la dinastia Pahla- vi, essa beneficia di una certa indifferenza da parte della Repubblica Teocratica isti- tuita da Khomeini nel 1979, e dispone di un deputato nel parlamento. Ogni atto di proselitismo è punito con la morte, anche le relazioni con donne musulmane. Gli allie- vi delle scuole cristiane devono assistere a dei corsi di iniziazione all’Islam, destinati a “affrettare la loro conversione alla religione autentica”. Le autorità di Tehran preferi- scono i cristiani “nazionali” come gli arme- ni, installati nel Paese dal XVI secolo, agli stranieri arrivati più tardi. I cattolici sono particolarmente mal visti soprattutto dopo la conversione della principessa Ashraf, so- rella gemella dell’ultimo scià. La metà dei cristiani iraniani sarebbero fuggiti dal 1979. La maggioranza si è rifugiata in California. EGITTO Sono i copti egiziani che, unendosi ai con- quistatori arabi nel 642 per astio verso i bizantini ortodossi, hanno reso irreversibile la progressione dell’Islam in Oriente. Que- sta comunità ha conosciuto una brillante rinascita nel XIX secolo e all’inizio del XX secolo, sotto la monarchia di origine turca fondata da Mehmet Ali. Essa rappresen- tava a quel tempo il 15-20% della popola- zione e difendeva l’idea di una civilizzazione “faraonica” propria all’Egitto e diversa dalla cultura araba. La rivoluzione nasseriana, a partire dal 1952-1953 le è stata fatale: i copti sono stati esclusi dalla classe politica, salvo qualche personalità simbolica (come il Ministro di Stato Boutros Ghali, divenuto Segretario Generale dell’ONU poi segreta- rio internazionale alla Francofonia) poi spo- gliati del loro potere economico. Sotto Ho- sni Moubarak, al potere dal 1981, violenze di ogni genere (dall’attentato dinamitardo allo stupro) si sono moltiplicate incitando i giovani a emigrare verso la Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti. I copti non saranno oggigiorno più di 5 milioni in Egitto, il 6-7% di una popolazione egiziana globale stimata a 65 milioni di abitanti. - Michel Gurfinkiel & Lo spettacolo del Mon- do, 2004. Traduzione Silvia Eid e di Giuseppe samir Eid
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